Il nuovo vescovo di Civita, Marco Salvi: “Non dobbiamo lasciare indietro nessuno”
Un applauso, commosso e partecipato, ha sottolineato il passaggio del testimone e l’abbraccio tra il vescovo che lascia, Romano Rossi, e quello che entra, Marco Salvi che ieri, con l’arrivo nella Diocesi di Civita Castellana, ha iniziato ufficialmente il suo ministero pastorale.
E’ arrivato puntuale alle 15,30 in piazza Giacomo Matteotti a Civita Castellana accolto da tanti sindaci – quello di Civita Castellana Luca Giampieri in testa – e dal presidente della Provincia Alessandro Romoli. In piazza anche una folta delegazione umbra compresa la presidente della Regione Donatella Tesei. Infatti monsignor Salvi è stato vescovo ausiliare della diocesi di Perugia-Città della Pieve.
“Non dobbiamo lasciare indietro nessuno” ha detto nel suo primo intervento nella piazza civitonica ricordando l’impegno di Papa Francesco in questo senso. “Vengo qui con il desiderio di creare sempre di più momenti di confronto, ascolto e soprattutto di relazioni con le istituzioni per condividere insieme percorsi nuovi per non far rimanere indietro nessuno”. Monsignor Salvi ha assicurato che ci sarà massima collaborazione con le istituzioni continuando nel solco tracciato dal predecessore.
Toccante il momento della celebrazione in duomo che è iniziata alle 16. Romano Rossi ha atteso il suo successore sull’altare poi dopo l’introduzione nel quale ha ricordato la missione pastorale che ha portato a termine ha passato le consegne a Marco Salvi.
Dopo la lettera di una lettera di Papa Francesco il nuovo vescovo ha preso la parola per la prima omelia davanti ai fedeli della Diocesi di Civita Castellana.
“La guerra, la crisi economica ed energetica ci mettono di fronte alle nostre fragilità e dunque torna attuale il nostro desiderio di felicità che possiamo trovare solo in Cristo”, ha esordito monsignor Salvi. “Solo Cristo è la speranza. Solo Cristo risponde al nostro bisogno di felicità”. Nel suo intervento il vescovo ha sottolineato come la chiesa deve dare risposte perché “tutto quello che abbiamo costruito da solo non regge. E’ inadeguato”. E non si parli della pandemia perché, ha rimarcato, “tutto questo è iniziato molto prima”.