Addio a Daniela Chiodo, la sua famiglia è la storia del gelato viterbese

Addio a Daniela Chiodo, la sua famiglia è la storia del gelato viterbese

Addio a Daniela Chiodo, ultima discendente della storica famiglia che ha portato il gelato in città. E’ morta ieri a 65 anni a causa di una grave malattia, ma fino a pochi mesi fa era ancora lì, nel bar gelateria in via Roma 26, a mandare avanti una tradizione nata 78 anni fa.

Sorridente e sempre pronta a scambiare battute con i clienti

Perché le ultime tre generazioni di viterbesi il gelato l’hanno scoperto proprio nella storica bottega dei fratelli Chiodo, Arduino e Pietro. Qui Daniela, figlia di Arduino, aveva iniziato a lavorare giovanissima nel 1977, a 19 anni, quando l’attività si era già trasferita da via Saffi a via Roma. Papà e zio dietro al bancone – a servire latticini, burro, mozzarelle, formaggi e il famoso gelato -, e Daniela alla cassa, sempre sorridente, cordiale, e pronta a scambiare due battute con i clienti.

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Daniela Chiodo aveva trasformato la latteria in un bar gelateria

La gelateria è stata la meta di grandi e bambini che a passeggio nel centro storico, dopo interminabili “vasche” al Corso, venivano attirati dai due gusti originari, fiordilatte e cioccolato, e poi dalla nocciola, il tutto ricoperto dalla panna, freschissima, lavorata nel laboratorio di produzione. Daniela, insieme al fratello Enzo, aiutava il padre anche nel caseificio di famiglia, dove ha imparato i segreti del mestiere. Lo aveva chiuso nel 2003, l’anno successivo alla morte di Enzo, quando era diventata l’unica erede della dinastia Chiodo. Così aveva trasformato la latteria in un bar gelateria, proseguendo l’attività insieme al marito Mario.

A.D.P.

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