Boati dal poligono di Monte Romano, tremano pavimenti e vetri nelle case

Boati dal poligono di Monte Romano, tremano pavimenti e vetri nelle case

Boati assordanti, simili ai tuoni di un temporale, avvertiti dai residenti in quasi tutta la provincia. Nel capoluogo, sul litorale, nei centri lungo la Cassia e anche nella zona dei Monti Cimini. Domenica scorsa in tanti, infatti, hanno segnalato il rumore di esplosioni provenienti dal poligono di Monte Romano, dove erano in corso le esercitazioni militari. Adesso l’opinione pubblica si divide, e c’è chi chiede la chiusura del poligono.

Esplosioni controllate provenienti dall’area militare di Monte Romano

I boati, che sono stati uditi dalle 8 del mattino fino alle 21.30, hanno inizialmente confuso i cittadini, che sui social si sono chiesti da cosa dipendessero i forti rumori che a intermittenza squarciavano il silenzio e la quiete del giorno festivo. Si trattava di esplosioni controllate provenienti, appunto, dall’area militare di Monte Romano, dove si trovavano gli alpini del terzo reggimento. Il corpo, guidato dal colonnello Alberto Salvador, era infatti impegnato in un’attività di addestramento che prevedeva l’utilizzo di mortai da 60 e 120 mm e cannoni da 105/52 mm. Le esercitazioni proseguiranno anche oggi e fino a giovedì 23 novembre, poi si concluderanno domenica 26, come da ordinanza pubblicata sull’albo pretorio dei comuni interessati.

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Proteste sui social

La fascia oraria va dalle 8 del mattino alle 22.30, con l’uso dell’artiglieria che non potrà protrarsi oltre le dieci e mezza di sera. Il 3° reggimento degli Alpini, di stanza a Pinerolo, si trova nel Viterbese per un addestramento e risulta essere tra i reparti più impiegati dall’Esercito: costituito nel 1993, è stato dispiegato sul campo in occasione delle guerre in Jugoslavia, Afghanistan e Iraq.
Una volta svelata la natura dei boati, sui social sono cominciate le discussioni tra gli utenti, che si sono divisi tra favorevoli e contrari. Addirittura, c’è chi chiede di chiudere del poligono monteromanese: “Va chiuso, così si terrorizza un’intera provincia. Questo genere di attività non servono e creano soltanto disagi”. Altri utenti hanno invece raccontato da più parti della provincia la loro esperienza: “Da mia figlia a San Martino trema anche il pavimento”, “sembrava stessero sparando nel giardino di casa”, “a Vetralla tremavano i vetri”, “a Tobia tremano le mura di casa”. Anche da Tarquinia c’è chi ha fatto sapere che i colpi d’artiglieria non sono “mai stati così forti negli ultimi anni”. Il sentiment popolare, dunque, va contro le esercitazioni.

Mattia Ugolini

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