Omicidio Bramucci, inchiesta al rush finale
L’inchiesta sull’omicidio di Salvatore Bramucci sta per essere chiusa anche se ancora bisogna fare luce su alcuni aspetti di non secondaria importanza. Su tutti: l’identificazione del terzo uomo del gruppo che ha fatto fuoco contro il 57enne la mattina del 7 agosto nelle campagne di Soriano nel Cimino e la sorte del presunto bottino che la vittima custodiva, frutto della sua attività di usuraio per la quale era stato condannato (quando è stato ucciso stava terminando di scontare la pena di 3 anni e 4 mesi patteggiata nel 2020).
L’omicidio e le indagini
Le indagini sono seguite dai carabinieri e sono coordinate dal pm Massimiliano Siddi. Finora l’ipotesi che appare leggendo le due ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Rita Cialoni che hanno spedito in carcere Tonino Bacci e Lucio La Pietra a settembre e la cognata di Bramucci Sabrina Bacchio qualche settimana dopo, è che il gruppo di amici che ruotava intorno alla sorella della moglie della vittima – che agisce tra Guidonia e la zona di Roma Est – abbia pianificato l’agguato per impossessarsi dei beni di Bramucci. Il suo tesoro, mai ritrovato del tutto. Sarebbe questo il movente: Bramucci una volta finita la pena – a settembre, massimo ottobre sarebbe stato libero – voleva trasferirsi alla Canarie con la figlia grande avuta da una precedente relazione. E voleva utilizzare proprio quei soldi. Ma la cognata e i suoi complici – questa l’ipotesi accusatoria – non gli hanno dato tempo. Lo hanno ucciso prima.
L’indagine oltre ai tre in carcere per ora coinvolge anche il compagno di Sabrina Bacchio Costantin Dan Pomirleanu e il romano Alessio Pizzuti che avrebbe avuto dei contatti telefonici sospetti con i due che la mattina del 7 agosto erano sulla Smart presa a noleggio per raggiungere Soriano.
Inchiesta verso la chiusura
Ora la Procura è a un bivio. Chiudere subito la partita per i tre in carcere chiedendo il giudizio immediato nelle prime settimane del 2023 o aspettare ulteriori sviluppi delle indagini per portare tutti i presunti responsabili davanti alla Corte d’Assise?
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