Pnrr, allarme dei sindacati: “Le imprese della Tuscia non bastano”

Beatrice Masci
09/01/2023

Pnrr, allarme dei sindacati: “Le imprese della Tuscia non bastano”

Pnrr, allarme dei sindacati: “Le imprese della Tuscia non bastano”. In attesa che a livello governativo si definisca il superbonus o ciò che rimarrà di esso, nella Tuscia si fanno i conti con la prossima, imminente, occasione di rilancio, rappresentata dal Pnrr. Arriveranno fondi a pioggia, spiega la Filca Cisl, che però lancia l’allarme sulle carenze strutturali proprie della provincia, che rischiano di far perdere questo treno importante. Francesco Agostini, della Filca, il sindacato degli edili, spiega: “Nella Tuscia, grazie al Pnrr, arriveranno fondi importanti, basti pensare ai circa 141 milioni per le opere dirette, senza considerare quelli destinate alle opere indirette e ai bandi. Il problema, tuttavia, è che mancano imprese e addetti in grado di far fronte a tutto il lavoro che ci sarà da fare”.

SUPERBONUS, DUEMILA POSTI A RISCHIO

Pnrr allarme dei sindacati

Un ostacolo tra una riprese auspicate e una realizzata. Ma soprattutto si tratta di un allarme che chiama in causa gli ultimi due anni di corsa intensa del settore edilizio, grazie al 110%. I dati, in questo senso, dicono quanto è stato possibile realizzare. Spiega ancora Agostini: “In base ai numeri forniti dalla Cassa edile, a fine 2019 nella Tuscia operavano 450 aziende, oggi sono 848. Numeri che giustificano l’aumento degli addetti, passato da 2.230 di fine 2019 agli attuali 4.436. Il tutto, per una massa salariale che, nello stesso periodo è lievitata: era pari a 18 milioni e 600 mila euro a fine 2019, mentre ora sfiora i 40 milioni, per essete esatti è 39 milioni e 941 mila euro”. Numeri importati, giudicati tuttavia insufficienti a far fronte alle opere pubbliche che si prevede di realizzare con i fondi del Pnrr.

TERME, AIUTI PER LE IMPRESE

Imprese

“Purtroppo – spiega Agostini – nella Tuscia le imprese hanno sempre faticato a fare sistema. E’ stato così prima della grande crisi del 2008, ed è così anche oggi. La nuova crisi ha addirittura peggiorato la situazione, portando allo sfaldamento delle aziende esistenti che si sono ridotte nel numero di addetti”.

ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 9 GENNAIO