Raffaele Ascenzi: “Dies Natalis sarà dirompente”

Raffaele Ascenzi: “Dies Natalis sarà dirompente”

Raffaele Ascenzi: “Dies Natalis sarà dirompente”. Dies Natalis non è solo la nuova macchina di Santa Rosa ma è anche una macchina del tempo. Più di otto secoli di fede e tradizione e oltre 80 modelli condensati nel progetto dell’architetto Raffaele Ascenzi presentato domenica al teatro Unione.

Dies Natalis unisce storia e modernità

Una macchina, va detto, che proprio nella sua capacità di unire storia e modernità ha avuto, agli occhi della commissione, il suo principale punto di forza. Ascenzi ha scelto di rompere con il passato recente – quello dei modelli sinuosi introdotti da Volo d’Angeli di Giuseppe Zucchi nel 1969 -, cosa che, al contrario, non hanno fatto gli altri progettisti che hanno partecipato al concorso. Sicché, alla fine, si è rivelata una novità, ironia della sorte, l’ispirazione ai primi modelli di macchina a Spalla (Papini). Una cosa, senza voler intaccare il valore degli altri progetti, è comunque certa: si tratta di una macchina che trasuda viterbesità, nata da una evidente partecipazione emotiva dello stesso Ascenzi.

Ascenzi: “Dies Natalis è un messaggio molto forte”

Probabilmente questo è ciò che ha percepito la commissione che alla fine l’ha premiata: “Se mi avessero proposto questa macchina cinque anni fa – racconta proprio Ascenzi -, probabilmente avrei avuto difficoltà nell’accettarla. Dies Natalis è un messaggio molto forte in contrasto con le altre macchine. Ho impiegato almeno quarant’anni per assimilare questo concetto e trasformarlo in un progetto che oggi ha visto la luce. Quindi, detto ciò, sono anche stupito di quanto consenso abbia ottenuto, perché ogni significato profondo ha bisogno di essere maturato. So che avrebbe spiazzato, ma ha bisogno di una rilettura attenta e alla fine sono certo che stupirà la città ed entrerà a pieno titolo tra le grandi macchine a Spalla, celebrando il riconoscimento Unesco del Trasporto come Patrimonio immateriale dell’Umanità”.

Cos’è per te Dies Natalis?

“Una macchina che dopo il cambiamento di rotta introdotto da Volo d’Angeli vuole tornare indietro, ma guardando avanti. Mi sono ispirato agli stili passati, alla tradizione di Papini, Spadini e Bordoni e degli altri progettisti dal Seicento fino a metà Novecento. Ho avuto la possibilità di rivedere con l’aiuto delle nuove tecnologie macchine che riassumono 80 modelli del passato, quelli che, sempre diversi, cambiavano con cadenza annuale, raffigurando la macchina con il campanile e la santa all’interno delle architetture. Rosa che si avvicina a Dio nel momento della sua resurrezione, posizionata per questo sotto la croce. Dies Natalis è dirompente, emozionerà me e tutti i fedeli legati a questa tradizione”.

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Niente a che vedere con le tue precedenti creazioni.

“Con Ali di luce, la mia prima macchina, imposi delle modifiche all’assetto inserendo aperture meccaniche delle strutture. Ricordo che in quel caso ebbi il 10 di consensi e il 90 di critiche, puntuali e a volte anche cattive, che però si spensero quando uscì per il primo trasporto. Stavolta invece va sottolineato l’atteggiamento dei viterbesi. Almeno ai miei occhi il gradimento all’Unione è stato totale fa. So bene che qualcuno la pensa diversamente, ma d’altra parte non tutti abbiamo gli stessi gusti. La prossima volta proponessero le loro idee”.

A proposito, hai dato un’occhiata agli altri progetti? Cosa ne pensi?

“Ad essere sincero non ho intravisto grosse novità. Ho apprezzato il progetto di Michele Telari, una persona che stimo”.

Benvenuta Dies Natalis, ma pensi che tanti viterbesi si sentano già orfani di Gloria?

“Gloria ha rappresentato uno dei momenti più belli della mia vita, perché ha saputo farmi parlare con la gente e in maniera diretta con la santa. Da quando è nata ho capito che tante persone avevano e hanno bisogno di avere un veicolo per parlare con Rosa. La presenza degli angeli, dei messaggeri e delle targhe con i nomi dei facchini e dei viterbesi defunti fatte apporre dai loro cari hanno reso questo oggetto ancora più bello e significativo”.

Puoi svelarci qualche curiosità del nuovo progetto?

“Durante il penultimo Trasporto di Gloria in un’intervista avevo detto di avere due strade da percorrere per il nuovo progetto ed ero incerto su quale intraprendere. Alla fine ho fatto degli studi su questa linea e mi sono convinto abbastanza rapidamente che Dies Natalis potesse essere la strada vincente, anche se le complicazioni sono state incredibili, con elaborati pieni di dettagli, sovrabbondanti di particolari. Nella mia professione sono conosciuto per togliere più che per mettere, ma stavolta ho composto quasi una cattedrale con richiami gotici e barocchi”.

Alessio De Parri

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