Era stato soccorso dalla polizia il neonato battezzato dal Papa | Foto | Video
Salvato dalla polizia e battezzato dal Papa. Questa la favola che si è vissuta nel pomeriggio dello scorso 30 marzo, che ha visto come protagonista un bambino di appena sei giorni.
Salvato dalla polizia e battezzato dal Papa
Due poliziotte della Questura di Roma, durante un controllo in via Palmiro Togliatti, hanno sentito suonare ripetutamente un clacson. Pochi istanti dopo sono state raggiunte da un’auto, a bordo della quale vi era una donna in lacrime e in stato di forte agitazione, con un neonato privo di sensi in braccio, che si stava recando al pronto soccorso insieme al marito.
L’incidente
La stessa ha raccontato loro che il figlio, poco prima era caduto incidentalmente dal seggiolino, sbattendo la testa e perdendo conoscenza. Resesi immediatamente conto della gravità delle condizioni del piccolo, le poliziotte hanno attivato subito un servizio di staffetta permettendo alla madre di raggiungere il Pronto soccorso del Policlinico Umberto I, ma a causa delle condizioni del piccolo c’è stato un successivo trasferimento all’ospedale policlinico Agostino Gemelli, dove Michelangelovenerdì 30 marzo ha ricevuto da Papa Francesco il sacramento del Battesimo. Il bimbo fortunatamente sta meglio.
L’abbraccio con la mamma distrutta dal dolore
Papa Francesco è rientrato in Vaticano. Sabato 1 aprile, infatti, è stato dimesso dal Policlinico Gemelli dove era ricoverato da mercoledì a causa di una bronchite infettiva. Prima di lasciare l’ospedale, il Santo Padre si è fermato a chiacchierare con i giornalisti. Ha poi vissuto un momento emozionante con una coppia di Roma la cui figlia di 5 anni è morta venerdì notte all’ospedale cattolico. Serena Subania, madre di Angelica, singhiozzava mentre premeva la testa sul petto del Papa, che la teneva stretta e le sussurrava parole di conforto.
“SONO ANCORA VIVO”, PAPA FRANCESCO LASCIA IL GEMELLI
Il tweet
Poi il rientro tra le mura di Casa Santa Marta sugellate da un tweet in cui ringrazia tutti “per la vicinanza e la preghiera” e affida “a Maria i malati, soprattutto i più piccoli come quelli che ho incontrato nel reparto di oncologia del Gemelli. Preghiamo per chi soffre la perdita dei cari e per quanti lavorano in ospedale, ci vuole eroicità. Li ammiro”.