Matteo Messina Denaro, scoperto il secondo covo del boss | Video

Matteo Messina Denaro, scoperto il secondo covo del boss | Video

Scoperto il secondo covo del boss Matteo Messina Denaro arrestato lunedì 16 gennaio in una clinica privata di Palermo dopo 30 anni di latitanza. Secondo quanto riferisce l’agenzia Agi si troverebbe sempre a Campobello di Mazara, adiacente all’abitazione dove il capomafia ha passato gli ultimi sei mesi di latitanza. Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha lasciato il suo ufficio assieme al comandante del Ros, Lucio Arcidiacono, per recarsi sul posto.

Il covo

Si tratterebbe di una sorta di stanza blindata in un appartamento a poco meno di un chilometro di distanza dal covo di via San Vito scoperto martedì e dove i carabinieri del Ros hanno trovato degli scontrini fiscali, un’agenda e i documenti sanitari di Messina Denaro.

Medici indagati

Intanto sulla posizione dei medici che sarebbero indagati per favoreggiamento interviene l’Ordine di Trapani. Oltre al medico di base 70enne di Campobello di Mazara – paese dove il capomafia avrebbe passato gli ultimi sei mesi della sua latitanza – indagato per procurata inosservanza di pena aggravata, e che ha firmato le richieste di cura per La Maddalena, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati anche un oncologo dell’ospedale di Trapani, dove sarebbe avvenuto il primo esame istologico. “Apprendo dalla stampa che alcuni colleghi iscritti all’Ordine dei medici di Trapani risulterebbero coinvolti – afferma il presidente Vito Barraco – nell’inchiesta relativa all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l’iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta giudiziaria”.

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Meloni: “Non sminuire l’arresto”

Sulla cattura di Matteo Messina Denaro è intervenuta nuovamente la premier Giorgia Meloni con un post sui social: “Quando si tenta di sminuire il lavoro dei tanti uomini e donne che ogni giorno, con coraggio e spirito di abnegazione, dedicano la loro vita alla lotta alla criminalità organizzata, si infanga anche la memoria di eroi silenziosi”.

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Le indagini

Al vaglio degli investigatori i due telefonini sequestrati al boss Matteo Messina Denaro il giorno della cattura a Palermo, alla clinica La Maddalena. Grazie ai cellulari gli inquirenti potranno risalire ai contatti dell’ex primula di Castelvetrano: telefonate, chat e scambi sulle piattaforme di messaggistica, foto video, rubrica e anche i dati cancellati. Inoltre, sarà possibile ricostruire gli spostamenti dell’ex super latitante. Ma non solo. I carabinieri hanno sequestrato anche un’agenda con appunti e numeri trovati nell’abitazione di Campobello di Mazara, dove si nascondeva negli ultimi sei mesi.

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