I viterbesi spendono meno per i regali

Paolo Di Basilio
22/12/2022

I viterbesi spendono meno per i regali

Sulle tavole di Viterbo e dintorni per Natale ci sarà pasta alle noci, cannelloni, pasta al forno, lasagne, tortelli, agnello, coniglio, pollame, carne bovina e suina, baccalà, crostacei e mitili, anguilla, frittura mista, legumi e dolci tradizionali. La Confesercenti provinciale ha indagato sui gusti della fauna della Tuscia e ha presentato i risultati della ricerca ieri in una conferenza stampa nella sede dell’associazione. La maggior parte delle persone preparerà un piatto tradizionale. Saranno in pochi a sottrarsi alle usanze del periodo, solo il 16%, e per alcuni di loro vale la spiegazione che si tratta di residenti in Italia ma provenienti da altri Paesi, che hanno cultura e religione diversa.
E quali regali si troveranno sotto l’albero? A fare la parte del leone saranno abbigliamento e libri (rispettivamente 44 e 40%), seguiti dai giocattoli (38%), dalla gastronomia (31%), tecnologia (25%), elettrodomestici e/o mobili (21%), viaggi (7%), gioielleria (5%), mentre auto, moto e scooter rappresenteranno appena il 3% degli acquisti.
Ma a chi si rivolgono gli acquirenti per i loro doni? C’è una stragrande maggioranza di persone che privilegia l’e-commerce e, in parte rilevante, le grandi strutture. I negozi di vicinato sono al terzo posto, seguiti dai mercatini. A Viterbo si sentirà la mancanza, quest’anno, di quello natalizio. “Senza fare polemiche, dico però che è un’occasione persa, perché diminuiranno le visite nel centro storico dato che il 12-14% dei cittadini si rivolge proprio ai mercatini per gli acquisti”, ha detto il presidente di Confesercenti Viterbo, Giuseppe Peparello. Confesercenti stima che quest’anno, nel viterbese, si spenderanno in media per i regali 197 euro, 39 in meno rispetto al 2021. “A pesare – è la spiegazione – è l’incertezza e la riduzione del potere d’acquisto a causa dell’inflazione”. E se c’è una certezza, è che “non si tornerà, a breve, ai livelli pre pandemia”.
La conferenza è servita anche a lanciare un allarme: “La provincia, a ora, non è pronta a cogliere l’occasione del Pnrr”. Peparello non attribuisce la colpa all’attuale amministrazione, ma rileva che nel corso degli anni si sono generate una serie di carenze e verificati dei ritardi che rischiano di inficiare i benefici attesi dai finanziamenti europei. “L’unica certezza è che i finanziamenti andranno restituiti, e se nel frattempo non avranno generato sviluppo nei territori ci sarà un ulteriore aggravio per le famiglie”. Perché, ad esempio, “in molti comuni manca il segretario o i tecnici comunali”, il che implica dei rallentamenti che, qualora non recuperati, configurano un serio rischio per i bandi. “Siamo preoccupati, bisogna correre”, ha esortato Peparello”.

Andrea Tognotti