Sala Anselmi, uno scrigno di modernità nel cuore di Viterbo

Andrea Niccolini
27/12/2022

Sala Anselmi, uno scrigno di modernità nel cuore di Viterbo

Un piccolo centro servizi culturali con spazi espositivi, sala lettura e sala conferenze. E’ la nuova veste che presto avrà quella che ognuno conosce come Sala Anselmi, di fronte a Palazzo Gentili in via Saffi. Tutto prende le mosse da un’idea del commissario del Consorzio biblioteche, Paolo Pelliccia, tecnicamente tradotta in progetto dall’architetto Damiano Amatore con la collaborazione grafica della Majakovskij Comunicazione. Un ambiente moderno e confortevole, architettonicamente all’avanguardia. Un tocco di contemporaneità (basti vedere l’uso dei materiali in fibre di metallo e vetro) nel cuore della città dei papi.
La Provincia, proprietaria dell’immobile, come è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa la scorsa settimana, finanzierà i lavori con 300 mila euro ottenuti grazie al Pnrr. Oggi mostriamo le immagini di come si presenterà la storica sala ad interventi ultimati, i quali, seppur volti a realizzare un ambiente molto simile a quelli in voga negli studi degli architetti contemporanei, manterranno intatte tutte le caratteristiche dell’edificio, che ha origini medievali. L’obiettivo è creare un centro culturale al servizio dei giovani, studenti universitari e non solo, e più in generale di quanti producono cultura.
A livello tecnico, la novità più importante è rappresentata dalla costruzione di un soppalco in vetro, mentre al piano inferiore, sottoposto ad un restyling completo, saranno collocate anche aree di studio di ultima generazione.
Al momento, la sala, da sempre utilizzata come spazio per mostre temporanee ed altre eventi, è in condizioni piuttosto degradate, non essendo mai stata sottoposta ad un vero e proprio make up. “Condizioni – ha detto l’architetto Amatore – di quasi precarietà”. “Si tratta di una ex chiesa. Ci siamo detti – sempre Damiano Amatore – di mantenerne intatte le caratteristiche originarie sia per ciò che concerne la forma, sia per l’utilizzo finale degli spazi, implementandone in ogni caso la versatilità”.
Al pianterreno (108 metri quadrati) anche bagni, magazzini e uffici, e poi uno spazio di co-working con una postazione per 10 unità lavorative. All’interno di un oltre ad un cilindro all’interno del quale viaggerà l’ascensore per il soppalco superiore, attorno al quale potranno essere allestite le mostre. “C’è una motivazione precisa – di nuovo Amatore – dietro all’estremo utilizzo del vetro: la volontà di far vedere ciò che si fa di sopra ( e viceversa). I passacavi daranno la possibilità di gestire l’illuminotecnica, mentre il portone rimarrà così com’è perché è storico. Il co-working sarà gestito con postazione di lavoro anche per l’Università della Tuscia”.
Attenzione infine ai disabili grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche realizzato con l’installazione dell’ascensore. I lavori partiranno a febbraio e la Provincia vuole portarli a termine entro primavera.