Un libro sul Califfo a dieci anni dalla morte

Un libro sul Califfo a dieci anni dalla morte

Un libro sul Califfo. A dieci anni esatti dalla scomparsa di Franco Califano un libro ne ripercorre la storia personale e la carriera artistica. Esce in tutte le librerie e rivenditori online, Franco Califano. Vita, successi, canzoni ed eccessi del Prévert di Trastevere.  Scritto da Giangilberto Monti e Vito Vita e pubblicato da Gremese Editore, verrà presentato in anteprima a Roma lunedì 3 aprile, alle ore 18:30 presso la Libreria Notebook all’Auditorium.

Un libro sul Califfo

Un incontro aperto a tutti e moderato dallo scrittore e critico musicale Michele Neri e dal promoter e produttore discografico Gianni Marsili, testimone di una lunga amicizia con il cantante.   Un libro che racconta come un romanzo l’avventurosa vita del Califfo. Ci sono le dichiarazioni di amici e collaboratori oltre agli spunti autobiografici del Califfo. A cominciare da due capolavori come Tutto il resto è noia (1977) e La mia libertà (1981), canzoni-manifesto della sua ispirazione e del suo stile di vita anticonformista.

DIECI ANNI SENZA IL CALIFFO

La carriera e il carattere

“Sono sempre andato a letto cinque minuti più tardi degli altri, per avere cinque minuti in più da raccontare”. Il Califano cantautore ispirato non sarebbe potuto esistere senza il Califano viveur. Amava la vita notturna, era la sua dimensione fin dai tempi della scuola che ha frequentato la sera, perchè la mattina, reduce dalle serate, non ce la faceva proprio. Ed è stata proprio la notte a permettergli di entrare in contatto con il mondo dello spettacolo e a stringere collaborazioni che solo un professionista strutturato avrebbe potuto reggere.

OMAGGIO SU RAI 1

Le canzoni

Non sorprende infatti che nel 1965 scrive per Bruno Martino E la chiamano estate, due anni più tardi La musica è finita per Ornella Vanoni. Tutti successi, tutti divenuti dei classici della nostra canzone, perchè Califano possedeva questo stile di scrittura epico e definitivo, due caratteristiche molto richieste nel panorama cantautorale dell’Italia dell’epoca. Negli anni ’70 esce ’N bastardo venuto dar sud, il suo primo album, ma cominciano anche i suoi guai con la giustizia, ancora una volta l’arte che racconta la vita, la vita che chiede spazio all’artista. Scrive così proprio in quegli anni, per Mia Martini, Minuetto, una delle più belle canzoni italiane di sempre, ma anche Un grande amore e niente più, che vincerà nel ’73 il Festival di Sanremo, cantata da Peppino Di Capri.

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