Falsi documenti per la permanenza di extracomunitari, due arresti

Falsi documenti per la permanenza di extracomunitari, due arresti

Alle prime luci dell’alba del 10 gennaio, a Orte, personale della squadra mobile della questura di Viterbo ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 62enne italiano e di un ghanese di 43 anni. I due sono ritenuti responsabili dei reati di favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini extracomunitari e falsità in atti.  La coppia otteneva denaro in cambio della produzione di documenti non veri attestanti inesistenti rapporti di lavoro presso una cooperativa. In particolare, il primo si dedicava a falsificare la documentazione mentre il secondo procacciava “clienti” tramite proprie conoscenze nell’ambito del giro di stranieri di origine africana o bengalese.


L’indagine, coordinata dalla Procura della repubblica di Viterbo, era scaturita dall’attenzione dei poliziotti all’inizio dello scorso anno verso numerosi documenti sospetti, poi rivelatisi falsi, presentati da vari cittadini extracomunitari presso l’ufficio immigrazione della questura di Viterbo al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. “Please tomorrow morning thanks – money (per favore domani mattina grazie – i soldi)” era l’sms più frequente che il ghanese inviava all’italiano, unitamente al nominativo dell’extracomunitario per il quale produrre la falsa documentazione del rapporto di lavoro, anche in termini di buste paga mensili, per incaricarlo per il giorno seguente e per fargli sapere che aveva ricevuto la somma di denaro da corrispondergli.
Oltre ai due sodali sono state eseguite anche ulteriori tre perquisizioni che hanno portato alla denuncia in stato di libertà di un cittadino di nazionalità nigeriana di 43 anni e di un 53enne bengalese, responsabili in qualità di ulteriori intermediari, in concorso con l’italiano, dei medesimi reati. Al termine delle operazioni sono stati sequestrati altri documenti utili ai fini delle indagini come, ad esempio, alcuni permessi di soggiorno riconducibili a cittadini extracomunitari diversi dagli indagati.