Elezioni regionali Lazio, liste in alto mare fino all’ultimo

Andrea Niccolini
10/01/2023

Elezioni regionali Lazio, liste in alto mare fino all’ultimo. Forze politiche senza rappresentanti disposti a candidarsi. Ad eccezione di Fratelli d’Italia, dove per scendere in campo c’è la fila, del Pd, che ha ufficializzato i suoi quattro nomi la scorsa settimana, e di pochi altri. Accade così che, a 48 ore dalla loro presentazione, molte liste locali siano ancora in alto mare, oggetto di febbrili trattative tra le segreterie provinciali, quelle regionali e gli staff dei candidati a presidente.
Tutto per colpa della nuova legge regionale portata in aula e approvata dall’amministrazione Zingaretti. Che, oltre a disporre la riduzione dei seggi da 72 a 50, più il governatore, non garantisce rappresentanza alle forze politiche minori, precedentemente affidata ai listini, che ora sono stati aboliti. I problemi maggiori si stanno registrando nelle province, cioè Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. Alle quali, in prima battuta, sarà attribuito solo un consigliere, che andrà al partito con il maggior numero di voti indipendentemente dalla coalizione che vince. Salvo poi per qualcuna ottenere il secondo, ma a fronte di un calcolo su base regionale che avrà esiti positivi quasi esclusivamente per il maggior partito della coalizione. L’assegnazione degli ulteriori seggi avverrà infatti in base ai risultati ottenuti dalla singola forza politica, tra cui avrà ovviamente la meglio la più forte, esprimendo però consiglieri eletti solo nelle province in cui ha avuto la percentuale più alta.
In parole povere, visto l’andamento delle elezioni politiche e le proiezioni dei sondaggi che stanno circolando in questi giorni, hanno possibilità di elezione sicura, per quanto riguarda la Tuscia, solo i rappresentanti di Fratelli d’Italia. Sicché quasi nessuno in Forza Italia e Lega, pur col vento in poppa di cui gode il candidato del centrodestra, Francesco Rocca, è disposto a metterci la faccia senza nulla in cambio.
La ricompensa per il sacrificio che viene chiesto dalle segreterie regionali potrebbe essere rappresentata da un qualche assessorato o da posti di sottogoverno.
Il problema interessa naturalmente anche il centrosinistra. Solo che qui, dal momento che quasi tutti considerano perse le elezioni, è più facile trovare nomi disponibili a candidarsi per spirito di servizio. Come è stato più facile, per la segreteria regionale del Pd, convincere i più recalcitranti. Lo sa bene il consigliere regionale uscente, Enrico Panunzi del Partito democratico, ricandidato, con scarse possibilità di farcela, per volontà di Roma, che ha preteso dagli uscenti di battersi pur a fronte a un quadro tutt’altro che favorevole per il candidato D’Amato.