“Ma quale vittoria: il milione dall’Enac per l’aeroporto viterbese è una disfatta”
Ma quale vittoria: “Il milione stanziato da Enac per l’aeroporto è un contentino per far digerire ai viterbesi la scelta di Frosinone quale terzo scalo del Lazio”. A spegnere gli entusiasmi di chi in questi giorni, politici in testa, plaude al finanziamento dell’Ente nazionale aviazione civile è l’avvocato Giovanni Bartoletti del Comitato per l’aeroporto Viterbo. Uno di quelli che fin dall’inizio ha spinto per lo scalo civile nella Tuscia.
“Due spiccioli”
Peccato che nel giro di pochi anni gli investimenti previsti dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) siano passati da 812 milioni ad uno solo. “Parliamo di due spiccioli – sottolinea Bartoletti -, se si pensa ad un aeroporto che in un primo momento avrebbe dovuto sostituire Ciampino. Adesso invece Enac lo ha relegato a piccolo aeroportino di provincia”.
Una bocciatura in piena regola, parlano i numeri: “Un milione di euro non è nulla rispetto a quanto era previsto nella riunione conclusiva del Cipe del 2008, quando per l’aeroporto si parlava di stanziare 812 milioni – riporta Bartoletti -, dei quali 550 dello Stato: 254 per la realizzazione dell’aeroporto, 100 per la ferrovia, 200 per opere stradali e 258 per le opere connesse”.
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“Puntano su Frosinone”
Secondo il presidente del Comitato per l’aeroporto il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, non ha mai puntato sulla Tuscia preferendo Frosinone: “E’ stato uno dei principali sponsor dell’aeroporto in Ciociaria – prosegue – e ha detto di voler ‘ridimensionare Ciampino fino a chiuderlo per rimpiazzarlo con un nuovo aeroporto a Frosinone’”.
Bartoletti, a supporto della sua tesi, tira fuori dal cassetto il Piano nazionale degli aeroporti dell’Enac del febbraio 2012: “Il nuovo scalo viterbese – afferma – era candidato entro il 2019 a diventare il terzo scalo regionale con il trasferimento del traffico civile di Ciampino”. Tre anni dopo è tutta un’altra storia. “Oggi la bozza del Piano aeroporti 2022 stilato sotto la presidenza di Pierluigi Di Palma prevede che Viterbo debba essere inserito in un network minore con gli aeroporti di Ancona, Pescara e Perugia per i collegamenti con lo scalo di Roma Urbe. Poco più del nulla”.
Non tutto è perduto
Non tutto però è ancora perduto: “Le osservazioni del Comitato e di altri Enti locali alla bozza del piano – prosegue Giovanni Bartoletti -, sono al vaglio del ministero delle Infrastrutture. Rispetto al passato, infatti, l’esigenza di realizzare il terzo scalo del Lazio è ancora più attuale, in quanto per Ciampino il Consiglio di Stato ha ridotto l’operatività, portandola da 100 a 65 voli giornalieri escludendo quelli notturni”. “Il Tar di recente ha decretato l’irrealizzabilità di una quarta pista a Fiumicino per supportare Ciampino. Per questo – conclude – crediamo nella possibilità di ricondurre lo scalo di Viterbo nell’ottica originaria dell’Enac, ma nell’attesa invitiamo a non applaudire quella che è una disfatta”.