Scuola, la Uil: “No all’istruzione regionalizzata”

Scuola, la Uil: “No all’istruzione regionalizzata”

No all’istruzione regionalizzata. La Uil Scuola fa muro contro l’autonomia differenziata proposta dal ministro Roberto Calderoli, che intende affidare alle Regioni competenze in materia di programmi di studio, reclutamento e retribuzioni. A illustrare le conseguenze destabilizzanti che la riforma rischia di produrre, ieri pomeriggio nella sede di via del Corso, è stata la segretaria provinciale della Uil Scuola Silvia Somigli, affiancata dal segretario generale Giancarlo Turchetti.

“GIUSTO VIETARE IL CELLULARE IN CLASSE”

No all’istruzione regionalizzata

“Con l’autonomia differenziata è in gioco la coesione del Paese – ha esordito Somigli -. Noi siamo per una scuola unita e nazionale, dove gli operatori siano messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Quegli stessi operatori, docenti e personale Ata che, durante tutto il periodo della pandemia, con responsabilità e abnegazione hanno garantito la tenuta del sistema”. Per la Uil Scuola il rischio concreto è quello di ripetere le storture del sistema dei trasporti e di quello sanitario dove oggi, ha sottolineato la segretaria, “abbiamo una sanità lombarda che rappresenta un’eccellenza e una calabrese commissariata per le inefficienze”.

SCUOLE; SINDACATI CONTRO IL PIANO DELLA PROVINCIA

Rinnovo contrattuale

Somigli si è poi soffermata sul delicato passaggio del rinnovo contrattuale. Dopo quelli economici sono ancora molti i nodi da sciogliere: “L’interlocuzione con il ministero è ripartita il 10 gennaio. La Uil scuola nazionale ha svolto un lavoro puntiglioso sia sugli aspetti economici che su quelli giuridici. Abbiamo ottenuto uno spostamento di risorse per complessivi 300 milioni per gli aumenti di stipendio, cui si aggiungono altri 100 milioni una tantum. Lo consideriamo un buon punto di partenza per proseguire il negoziato”.

Massimiliano Conti

ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 14 GENNAIO