Giornalista del Corriere non può raccontare la Viterbese. Ritirato l’accredito, protesta il sindacato
Giornalista del Corriere di Viterbo non può raccontare la Viterbese. Ritirato l’accredito a Eleonora Celestini, protesta il sindacato dei giornalisti. L’Associazione Stampa Romana ha diramato una nota contro la decisione della società. Nella mattinata di martedì 7 febbraio, poi, la cronista che segue per il Corriere di Viterbo le vicende della Viterbese ha ricevuto la comunicazione che le era stato ritirato il pass per la tribuna stampa dello Stadio Rocchi e per la sala stampa.
La reazione del sindacato
“Ancora una volta le frustrazioni di chi guida la Viterbese Calcio, formazione di Lega Pro, comprimono e ledono il lavoro della cronista del Corriere di Viterbo, testata del gruppo editoriale Il Tempo, Eleonora Celestini”, si legge in una nota diffusa dall’Associazione Stampa Romana.
LA VITERBESE CI CREDE: “MIRACOLO POSSIBILE”
Allontanata dallo stadio
Alla fine del penultimo incontro casalingo Eleonora Celestini, munita di regolare accredito, era stata allontanata dallo stadio. All’uscita dalla sala stampa si era imbattura in un incontro tra il presidente della Viterbese Marco Arturo Romano e alcuni tifosi. “Vai via tu che stai sempre a scrivere, scrivere”, gridò Romano, intimando agli steward – che poi si sono scusati – di accompagnare Eleonora Celestini fuori dallo stadio.
L’email della società
Questa mattina, 7 febbraio, la decisione presa per indecifrabili “motivi di sicurezza”. L’ufficio stampa ha comunicato che tutti i pass stagionali rilasciati ai giornalisti sono stati sospesi, ma che solo quello della collega Celestini è stato ritirato per volere del presidente Romano.
RICORSO CONTRO LA PENALIZZAZIONE
Il sindacato: “E’ un’intimidazione”
“Una intimidazione e un abuso che respingiamo in un clima teso che ha colpito anche il collega Paolo Gianlorenzo con scritte offensive vergate vicino allo stadio”, scrive il sindacato che chiude: “A Eleonora la nostra solidarietà e il sostegno per le azioni che volesse intraprendere a tutela della sua onorabilità e della sua professionalità”.
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