Cpr migranti, tra i siti idonei c’è l’ex polveriera di Tarquinia

Cpr migranti, tra i siti idonei c’è l’ex polveriera di Tarquinia

“Località a bassissima densità abitativa, facilmente perimetrabili e sorvegliabili”. E’ l’identikit delle aree destinate ad ospitare i Cpr, i centri di permanenza per i rimpatri, che, secondo le intenzioni del governo, dovranno sorgere a breve in ogni regione italiana per fronteggiare l’attuale emergenza degli sbarchi dall’Africa. L’esecutivo ha dato mandato al ministro della Difesa di individuare i siti idonei puntando in particolare sulle caserme dismesse.

Tanto è bastato per far rizzare subito le antenne nella zona della Maremma e alla popolazione di Tarquinia in particolare, dove di sito potenzialmente idoneo ce n’è uno, l’ex polveriera.

Sito abbandonato

Il sito è abbandonato da anni ed è già nelle disponibilità della prefettura. Stavolta però sul litorale non tira aria di barricate, come quelle che l’ex sindaco dem Mazzola era sempre pronto ad alzare contro le ventilate invasioni. Alessandro Giulivi è pronto a fare la propria parte se un governo a lui politicamente vicino dovesse chiamare, a patto che ogni altro territorio italiano faccia altrettanto.

Per ora va detto la possibilità che la roulette russa dei Cpr si fermi sull’ex polveriera sembra remota. Il Lazio ha infatti già un proprio centro di permanenza, a Ponte Galeria, e quindi altre dovrebbero essere le regioni chiamate al sacrificio, i cui governatori sono in parte sul piede di guerra: Veneto, Campania, Emili, Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Abruzzo, Trentino, Umbria, Molise e Val d’Aosta. Ma già si parla di un secondo Cpr in Lombardia, che insieme al Lazio è la regione più popolosa d’Italia.

Dalla prefettura non escludono alcuna ipotesi. “Al momento non ci sono indicazioni né allerte, nel Lazio esiste già il Cpr di Ponte Galeria, ma a fronte di un’emergenza nazionale le cose possono cambiare”, ammettono da piazza del Plebiscito.

Per la cronaca, i Cpr sono centri di detenzione dove vengono trattenuti i cittadini stranieri destinatari di un provvedimento di espulsione o di respingimento, quando non è possibile eseguirne con immediatezza il rimpatrio. “Nei Cpr – spiega il Viminale – possono essere trattenuti anche i migranti richiedenti asilo, ad esempio quando costituiscono un pericolo per ordine e sicurezza pubblica, quando risultino condannati, anche con sentenza non definitiva, per gravi reati o percolo di fuga”.