Incendia capannone dell’ex datore di lavoro per vendetta, condannato

Incendia capannone dell’ex datore di lavoro per vendetta, condannato

Incendia capannone dell’ex datore di lavoro per vendetta, condannato. Il gup del tribunale di Civitavecchia ha inflitto 2 anni a Pavel Ionel, 39enne romeno, accusato di aver incendiato l’immobile nel 2014 a Tarquinia; avrebbe appiccato il rogo per vendicarsi dopo essere stato licenziato.

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La vendetta

Le fiamme hanno inghiottito il fabbricato in cui erano custoditi 7 autoarticolati causando danni quantificati in un milione e 200 mila euro. A inchiodare Pavel le analisi del dna, eseguite dalla scientifica, e fu riconosciuto tra le foto degli arrestati nell’inchiesta “Mafia viterbese”, che circolarono all’epoca. L’operaio, factotum al servizio del sodalizio italo-albanese, fu infatti uno dei 12 arrestati a conclusione dell’operazione Erostrato coordinata dalla Dda di Roma e portata a termine dai carabinieri 4 anni fa.

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Processo

Il 39enne, difeso dall’avvocato Michele Ranucci, un anno fa era tornato in libertà. Per lui e gli altri due imputati viterbesi, ai quali viene contestata l’aggravante del metodo mafioso, la sentenza dovrebbe arrivare a fine marzo, stando alla tabella di marcia stilata a novembre scorso dopo l’ennesimo rinvio.

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Le richieste di pena

Intanto è trascorso quasi un anno dalle richieste di pena avanzate dal pm Tucci. A febbraio 2022 infatti il pubblico ministero per i tre imputati a processo con rito ordinario dinanzi al collegio del Tribunale di Viterbo, ha chiesto complessivamente condanne per 24 anni e 9 mesi:  9 anni e 9 mesi per Pavel.

V. T.

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