Agente aggredito da detenuto. I sindacati: “Carcere allo sbando”
Agente aggredito da detenuto, i sindacati: “Carcere allo sbando”. L’ultimo episodio avvenuto nella serata di mercoledì 1 febbraio con un agente che è finito in ospedale con ferite alla testa dopo essere stato colpito con un pugno, ha riacceso le polemiche sulla sicurezza del penitenziario di Mammagialla.
Sappe: “Carcere allo sbando”
Duro il commento di Luca Floris, vice segretario regionale del Sappe: “Lo diciamo da moltissimo tempo l’istituto viterbese è allo sbando, manca moltissimo personale. Parma, istituto gemello a Viterbo, lavora con decine di poliziotti in più in pianta organica. Inoltre, non ci sono più i collegamenti fondamentali nelle linee gestionali del personale. Gli uomini e le donne della polizia penitenziaria sono lasciati soli a se stessi Il personale è sempre meno e sempre meno motivato”.
Turni massacranti
Il sindacalista sottoliena le difficili condizioni in cui si trovano ad operare gli agenti: “Capita che personale turnista venga trattenuto in servizio d’imperio dopo il regolare orario di servizio. Il tutto per effettuare visite mediche urgenti senza sapere quando finirà il turno. Questo crea malumore e vere sindromi ansiogene tra il personale. Un agente non è più proprietario del suo quotidiano. Sa quando inizia a lavorare ma non può pianificare la vita privata non sapendo a che ora tornerà a casa dai propri affetti”. Floris parla di turni che sovente finiscono alle 20 o meglio alle 24 dalla mattina alle 8.
CARABINIERI PICCHIATI, DUE ARRESTI
L’allarme: “Situazione pericolosissima”
Per Floris la situazione a Mammagialla “è pericolosissima”. “L’istituto di Viterbo, vale la pena ricordarlo, è uno tra i più importanti per spessore criminale e complessità in Italia. Non dimentichiamoci che ospita sezioni per 41 bis, circuito alla ribalta delle cronache nazionali del momento e che merita particolare attenzione. Chiediamo a gran voce che venga in visita il ministro, il sottosegretario con delega alla polizia penitenziaria, il capo del Dap, qualcuno che ci ascolti e che finalmente abbia davvero abbia a cuore la risoluzione della tensione che esiste all’interno del penitenziario”, conclude.