Auto di lusso importate dalla Germania evadendo le tasse: tre condanne

Auto di lusso importate dalla Germania evadendo le tasse: tre condanne

Auto di lusso importate dalla Germania evadendo le tasse. Si è concluso ieri con tre condanne e un’assoluzione l’ultimo atto dell’inchiesta Déjà vu. L’imprenditore viterbese Elio Marchetti è stato condannato a tre mesi, in continuazione con un’altra condanna ormai definitiva (2 anni e otto mesi). Condannati a un anno e 8 mesi ciascuno, con pena sospesa, la dipendente Emilia Tiveddu e il fornitore tedesco Adrian Glowats, mentre a Domenico Sordo e Giuseppe De Lucia sono stati inflitti sei mesi. Assolta invece Rosalba Marchetti.

Il processo

A marzo la penultima udienza era stata dedicata alle arringhe dei difensori, gli avvocati Giuliano Migliorati, Roberto e Francesco Massatani, Marco Valerio Mazzatosta, Anna De Cesare, Michele Vaira e Francesco Paolo Ferragonio del Foro di Foggia. In particolare, l’avvocato Migliorati, difensore dell’imprenditore viterbese, aveva depositato una memoria difensiva ai fini dell’accoglimento del patteggiamento della pena e la documentazione dell’Uepe, attestante la presa in carico della richiesta dell’affidamento di Marchetti all’esecuzione di lavori di pubblica utilità presso il Ceis. Un mese prima, a febbraio, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, presieduto dal giudice Eugenio Turco, concludendo la requisitoria, il pm Eliana Dolce aveva chiesto un anno e 8 mesi per Emilia Tiveddu, un anno e 4 mesi per Adrian Glowats, e 6 mesi ciascuno per Giuseppe De Lucia e Domenico Sordo.

Il pubblico ministero, nella stessa circostanza, aveva avanzato un’istanza di assoluzione per Rosalba Marchetti e aveva proseguito chiedendo che Glowats fosse assolto soltanto dal reato di falso. In particolare, le richieste di condanna promosse da parte della Procura nei confronti di Emilia Tiveddu, Giuseppe De Lucia e Domenico Sordo riguardavano il reato di falso.
In quell’occasione il pm Dolce aveva formulato delle considerazioni diverse per Elio Marchetti. Dopo aver accolto l’istanza del difensore dell’imprenditore viterbese, aveva chiesto una condanna a 3 mesi e 25 giorni in continuazione con la pena inflitta precedentemente (2 anni e 8 mesi), nel frattempo diventata definitiva.

L’inchiesta

Al centro dell’inchiesta, che si suddivise in diversi filoni, paralleli tra loro, un presunto traffico di 138 macchine di lusso provenienti dalla Germania eludendo la normativa tesa a contrastare il meccanismo delle “frodi carosello” ai fini Iva. Trucco che fu scoperto dagli inquirenti tra il 2015 e il 2017.

Secondo il quadro accusatorio prospettato dagli investigatori, l’associazione per delinquere, gestita all’apice da Elio Marchetti, avrebbe omesso il versamento di 5 milioni e 400 mila euro di Iva dovuta e un milione e mezzo di Ires nelle casse dell’Erario.
Le due vicende giudiziarie che ne derivarono confluirono in un unico processo, ma scaturirono da quella principale, nata a seguito dell’operazione Déjà vu del 2017, che si definì a luglio del 2020 con due condanne e un’assoluzione.
A febbraio 2022 la condanna a 5 anni e 4 mesi inferta a luglio 2020 a Elio Marchetti era stata dimezzata a 2 anni e 8 mesi, ai quali ora si andranno a cumulare i 3 mesi stabiliti dal collegio dopo la camera di consiglio per un totale di 2 anni, 11 mesi e 15 giorni.
Inoltre, Elio Marchetti, come richiesto dal difensore, sarà impiegato anche in lavori di pubblica utilità presso una Onlus del capoluogo.

Valeria Terranova