Bambino ucciso in casa. Appello per il padre condannato all’ergastolo

Bambino ucciso in casa. Appello per il padre condannato all’ergastolo

Bambino ucciso in casa. Appello per il padre condannato all’ergastolo. A maggio si aprirà a Roma il processo di secondo grado a Mirko Tomkow, 45enne di origine polacca, condannato a luglio scorso all’ergastolo per l’omicidio del figlio Matias.

Appello

Risale a un mese fa il ricorso al secondo grado di giudizio da parte del difensore del manovale quarantenne, l’avvocato Paolo Grazini. A distanza di un anno dall’omicidio del piccolo di appena 10 anni commesso a Vetralla il 16 novembre 2021, la difesa a novembre ha impugnato la sentenza di primo grado emessa 5 mesi fa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Viterbo.

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“Non voleva uccidere”

Il difensore nel proporre una rilettura alternativa ai fatti ha promosso la tesi dell’omicidio colposo, ritenendo il verdetto ingiusto e illegittimo. Per il difensore, Tomkow avrebbe apposto il nastro adesivo intorno al capo del proprio figlio non per causarne la morte ma per impedirgli di gridare. “La nastratura del viso del bambino non è stata messa al fine di uccidere ma all’evidente fine di farlo tacere – spiega Grazini nel documento -. Questo appare chiaro solo se si consideri che se l’intento del padre fosse stato in quel momento dolosamente omicidiario, avrebbe usato altri mezzi più immediati, quali lo strangolamento o direttamente il soffocamento oppure avrebbe proceduto immediatamente ad accoltellare il figlio”.

Tesi difensiva

Il legale inoltre ha relativamente alla premeditazione e alla ritorsione nei confronti della moglie ha aggiunto: “perché Tomkow dovrebbe aver premeditato l’omicidio del figlio per nuocere alla compagna e non uccidere direttamente quest’ultima, come ipotizza il pubblico ministero nel capo d’imputazione e come poi ribadisce la Corte viterbese nella sentenza gravata?”.

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Processo in Corte d’Assise

Il 45enne polacco ha confessato l’omicidio ricostruendone la dinamica con lucidità e senza mostrare alcun pentimento nel corso dell’udienza del 27 giugno 2022, facendo calare il gelo nell’aula 7 del palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino.  Il dibattimento davanti alla corte d’Appello di Roma inizierà il 4 maggio, a un anno dall’apertura del processo che ha visto il 45enne imputato a Viterbo.

Valeria Terranova

ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 6 GENNAIO