Deposito scorie nucleari, gli ambientalisti viterbesi accusano: “Politici locali immobili”

Deposito scorie nucleari, gli ambientalisti viterbesi accusano: “Politici locali immobili”

Deposito scorie nucleari, gli ambientalisti viterbesi accusano: “Politici locali immobili”. Mentre invece in altre zone d’Italia gli amministatori delle aree coinvolte nel processo per l’individuazione del sito nazionale si muovono eccome.

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha convocato per martedì, a Roma, i sindaci dell’Alessandrino nelle cui aree sono stati individuati cinque siti – tutti ritenuti altamente qualificati – ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari. La decisione fa seguito a una lettera inviata dagli amministratori che chiedevano un incontro per motivare e spiegare il no al deposito. La convocazione è salutata nell’Alessandrino con cauto ottimismo: “Una buona notizia” hanno commentato i sindaci. “Una pessima notizia per noi”, commenta Rodolfo Ridolfi a nome dei comitati viterbesi.

Nella Tuscia 22 siti idonei

La Tuscia, lo ricordiamo, ospita 22 siti giudicati idonei, tra questi ce ne sono cinque: tre a Montalto di Castro e due a Corchiano, ritenuti da Sogin altamente qualificati. Ovvero sono in cima alla lista.

“Il cappio si stringe”

“Sinceramente – commenta Ridolfi – inizio a pensare male e mi pongo alcune domande, perché i nostri sindaci sono sempre più immobili mentre il cappio intorno al nostro collo si stringe nell’indifferenza conclamata dell’opinione pubblica? Cosa sarebbe successo se non ci fossimo stati noi a fare fronte a questo attacco? Se è vero quello che si legge sui siti di Alessandria (la notizia è stata resa nota da Radio Pnr e Telecity news24), martedì i sindaci dell’Alessandrino consumeranno in conclave il loro vero seminario nazionale ed esporranno le loro ragioni di fronte ai reali arbitri della questione, il ministero e il ministro. Considerato che le aree verdi del Torinese, nella Cnai a noi consegnata sono state escluse, e considerata l’occasione d’oro che oggi hanno i sindaci di Alessandria per farsi sentire, rimaniamo solo noi col cerino in mano. Spero, inoltre, che il piemontese Pichetto Fratin non si faccia prendere dal campanilismo”.

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Allarme giustificato, ovviamente non quello relativo al presunto campanilismo del ministro ma quello relativo alla mobilitazione dei sindaci. Visto che, argomenta, Ridolfi a nome dei movimenti della Tuscia, i sindaci viterbesi si sono mossi solo dopo le urla dei comitati e soprattutto in ordine sparso.

C’è stato, è vero, un tentativo da parte della Provincia di convocare un tavolo. C’è stato anche un incontro, ma al momento non si vede un seguito. Intanto il tempo passa e il ministero è in attesa delle ulteriori indagini chieste dopo aver ricevuto da Sogin l’elenco delle aree idonee.
Nel frattempo, però, riceve i sindaci di un territorio che hanno inviato una richiesta unitaria di incontro per farsi ascoltare. “Cosa intendono fare i nostri sindaci?” si domanda e soprattutto domanda ai diretti interessa Ridolfi.

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