Detenuti nei corridoi del pronto soccorso. Denuncia della Cisl: “Non abbiamo più la stanza blindata”

Detenuti nei corridoi del pronto soccorso. Denuncia della Cisl: “Non abbiamo più la stanza blindata”

Detenuti lasciati nei corridoi del pronto soccorso. Da qualche mese infatti il locale adibito ai detenuti in attesa di visita, blindato e con le sbarre, non è più in uso. Gli agenti della polizia penitenziaria sono costretti  dunque a far sostare i carcerati in corridoio – insieme ai pazienti comuni – o, peggio, al di fuori del pronto soccorso di Belcolle.

AGENTE AGGREDITO DA DETENUTO

Detenuti nei corridoi del pronto soccorso

I detenuti comuni, carcerati delle sezioni di Alta sicurezza o peggio al 41 bis (il carcere duro per i mafiosi) che vengono inviati in ospedale per visite urgenti restano con le scorte della polizia penitenziaria nei corridoi. “Nell’ospedale Belcolle vi era adibito un locale per ospitare detenuti recatosi per le visite urgenti ma da un po’ di temp non è più in uso al personale di Polizia Penitenziaria. Si sconoscono i motivi, ma tutto ciò crea non poche criticità al servizio”, spiega Maurizio Orlandi segretario generale della Fns Cisl di Viterbo.

LA DENUNCIA: “MAMMAGIALLA ALLO SBANDO”

La protesta

La Fns Cisl  ritiene questa situazione “non più tollerabile” e dunque chiede alle autorità , ognuno per la sua parte e competenza, “di risolvere al più presto tale problematica per tutelare la sicurezza sia dei detenuti , del personale di polizia penitenziaria e della intera comunità”. Infatti, da quello che si è appreso le visite di detenuti al pronto soccorso sono quotidiane e in questo modo si stanno correndo evidenti pericoli.

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