Docenti precari, si apre uno spiraglio. Nella Tuscia sono 1.500
Si apre uno spiraglio per i docenti precari con almeno tre anni di servizio alle spalle. Nella Tuscia sono 1.500 e da tempo attendevano che il ministero dell’istruzione battesse un colpo sull’avvio di nuove procedure di stabilizzazione dopo quelle molto contestate degli ultimi anni.
Ci sarà – salvo marce indietro – un concorso riservato, destinato anche ai docenti abilitati e agli specializzati sul sostegno presenti nelle gps. Una procedura che dovrebbe anticipare il sistema dei nuovi concorsi ordinari e riservati inserito nel decreto legge 36/20022. Lo ha annunciato il ministero in sede di Commissione europea.
L’Europa preme
L’Ue, d’altra parte, preme da anni perché il nostro Paese sani una volta per tutte l’anomalia del precariato scolastico. Resta al momento un nodo da sciogliere: la tipologia di prova concorsuale che, secondo quanto emerso in sede di Commissione europea, dovrà prevedere sia lo scritto che l’orale in uscita dal percorso riservato. Un ulteriore incontro è previsto a breve per arrivare a una soluzione condivisa. La segretaria provinciale della Uil Scuola Silvia Somigli si dice sodisfatta del fatto che il ministero abbia accolto quella che è stata la proposta del sindacato fin dalle prime riunioni, ovvero “dare una risposta concreta al tema delle assunzioni con la possibilità di ampliare la platea dei partecipanti includendo i docenti abilitati o specializzati sul sostegno nonché i docenti con almeno 3 anni di servizio scorrendo le graduatorie per le supplenze di I e II fascia”.
Per ciò che riguarda la prova finale, Somigli ricorda il fallimento degli ultimi concorsi, ordinari e straordinari i quali, “tra commissioni da costituire, prove falsate e graduatorie in molti casi non ancora ultimate, non danno risposte concrete in termini di assunzione del personale”
“Per questo motivo abbiamo evidenziato la necessità che il percorso che dovrà attuarsi preveda una procedura snella e veloce, sia nei tempi che nelle modalità, in grado di dare risposte immediate alle migliaia di docenti abilitati e con esperienza comprovata sul campo, che non si vada ad impantanare con procedure farraginose di cui abbiamo già ben presente i limiti”, prosegue la segretaria provinciale, secondo cui “la prova finale dovrà basarsi sull’esperienza svolta dai docenti durante il percorso dell’anno di formazione e prova”.