Elezioni regionali, l’analisi. Il voto d’opinione premia FdI e boccia il Pd

Elezioni regionali, l’analisi. Il voto d’opinione premia FdI e boccia il Pd

Elezioni regionali, l’analisi. Il voto d’opinione premia FdI e boccia il Pd. A una settimana dalla chiusura dei seggi, a risultati cioè ormai sedimentati, dall’analisi del voto delle regionali emergono spigolature degne di nota, partendo inevitabilmente da quel 44.10% di affluenza, contro il 73.56 di cinque anni fa, che è il dato storicamente peggiore che sia mai stato registrato nella Tuscia, un territorio che precedentemente aveva invece sempre mostrato una partecipazione sopra la media regionale e nazionale. Al di là del deficit democratico che ciò a livello teorico comporta, si tratta probabilmente del frutto della debolezza delle proposte politiche presentate, ma anche di quel sentiment che fa percepire la Regione come un ente lontano da questa provincia.

Il voto d’opinione premia FdI

Al netto di questo ragionamento, FdI ottiene comunque un grande risultato. Come indiscusso è il successo di Daniele Sabatini (12.214 preferenze). L’enorme divario tra quest’ultime e i voti del partito (37.775, 28.86%) indica però l’assenza di un effetto trascinamento da parte del candidato, il che certifica l’indubbia capacità di FdI, ovvero della sua leader Giorgia Meloni, ad intercettare il voto di opinione indipendentemente dai nomi messi in lista. Relativamente alla performance di Valentina Paterna (3.919 preferenze) va detto che essa è legata solo in parte alla risposta positiva della sua città, Tarquinia. La gran parte dei voti ottenuti derivano dall’essere stata portata dall’organizzazione del partito, ossia dalla forza dello stesso partito, circostanza che evidentemente vanifica i tentativi di chi vuole mettere il cappello sulla sua elezione.

REGIONALI, LEGA SODDISFATTA

Forza Italia divisa a metà

In Forza Italia il voto ha invece fatto palesare un partito diviso a metà: da una parte Giulio Marini (2.763 preferenze) con Paolo Muroni e dall’altra Alessandro Romoli con Claudio Parroccini (2.883). Nell’incertezza sul ruolo avuto da Francesco Battistoni, emerge tuttavia una dato abbastanza chiaro: Romoli, per fare contenti tutti, alla fine ha scontatentato tutti. Alla luce del modesto risultato di Edoardo Ciocchetti (434 voti), ha scontentato la Lega; non è riuscito a far raggiungere a Claudio Parroccini il risultato che si aspettava, avendo, il vice sindaco di Civita Castellana, superato Marini solo di pochissimi voti; e sotto le attese sembra essersi dimostrato anche l’apporto dato ad Enrico Panunzi del Pd.

Le altre liste

Altrettanto poco rilevante il risultato dell’Udc, a livello provinciale comunque superiore a Sgarbi: 2.590 voti per una percentuale del 2.67; mentre a sorpresa prende più del 5% in città la lista civica di Rocca (per la precisione 5.06 per 982 voti), la quale raggiunge il 3.70% (3.599 voti) a livello provinciale, a dimostrazione che tanti moderati in questa provincia hanno smesso di guardare al centrosinistra.

SABATINI E’ MISTER PREFERENZE

Pd bocciato

Centrosinistra che, in tutto il suo complesso, registra il peggior risultato dal 1995, attestandosi a un modestissimo 27.13% (28.791 voti). Qui spicca la cannibalizzazione di tutte le liste minori da parte del Pd locale: emblematico il dato del Terzo polo, che scende da circa l’8% delle politiche a poco più del 2 di una settimana fa. La lista civica di D’Amato, come la sinistra verdi, Demos e i Socialisti, si ferma invece addirittura allo 0 virgola. Colpa di nomi poco competitivi, inseriti per consentire al Pd panuziano di drenare consensi, col risultato di salvare lo stesso Panunzi (rieletto per la terza volta), ma di far scomparire il centrosinista.

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