Fonderie Belli: non solo tombini, oggi sfornano anche pali della luce a energia solare

Fonderie Belli: non solo tombini, oggi sfornano anche pali della luce a energia solare

Siamo sempre stati abituati a calpestarli, non solo in Italia, ma in tutta Europa e nel mondo. Chiusini, griglie, tombini, protezioni cavi delle Fonderie Belli spuntano dove meno te li aspetti, nei porti, negli aeroporti, lungo le strade, vicino ai marciapiedi, perfino nei fondali marini. Un fatturato che fino a due anni fa è arrivato a quota 11 milioni e che oggi, grazie ad alcune scelte strategiche del proprietario Roberto Belli, che riguardano soprattutto il mercato green, arrivano a toccare i 18 milioni e circa 30 dipendenti. Una scelta obbligata dalle richieste di mercato e anche da un credo personale nei confronti della tutela ambientale dello stesso Belli, che dal calpestio a terra dei chiusini passa all’alto dei pali della luce.

“Devo tutto a mio padre Angelo – racconta il titolare – è lui che nel 1967 rilevò, insieme a cinque altri dipendenti, una vecchia fonderia viterbese che stava fallendo, di quei cinque alla fine rimase solo lui e ora figli. Poi noi fratelli ci siamo divisi in due aziende. Oggi ci sono io qui a Viterbo con il mercato tradizionale e poi loro a Giove con quello dell’arredo urbano”.

Le Fonderie Belli proseguono con lei, quindi, dove siete presenti nel mondo e come vi siete mossi a fronte dei rincari delle materie prime?

“La prima cosa è stata delocalizzare i forni, qui c’era il vecchio forno ma ormai, a parte qualche lavoro piccolo, la fusione e la produzione avvengono in Cina, in Vietnam, in Turchia in India. Sia chiaro – sottolinea Belli – il controllo e la progettazione sono tutte sotto la nostra responsabilità, con un terzo controllore (Icmq) che certifica il processo e la sua regolarità, e con la presenza di nostri referenti. A Viterbo continuiamo a progettare a fare ricerca e a disegnare con i nostri ingegneri. E per sgomberare il campo da ogni dubbio siamo certificati Iso 9001”.

In sostanza avete aziende nel mondo sotto il vostro controllo che producono quasi esclusivamente per voi.

“Sì è così, siamo presenti negli Emirati Arabi, a Dubai e ad Oman ma anche in altre parti del mondo”.

Un’Italia che sorprende tanto più se la sorpresa arriva da una piccola città come Viterbo. Eppure i detrattori parlano di inquinamento, la fonderia in parte lo è.

“Abbiamo fatto passi da giganti, è vero, la fonderia inquina, ma può aiutare molto l’ambiente se sceglie la svolta green cui stiamo assistendo”.

E voi come lo state facendo?

“Ci stiamo occupando di questo settore nuovo, dei prodotti che includono sistemi fotovoltaici. Ad esempio i pali della luce che all’interno contengono un sistema di accumulo e una batteria in grado di durare dagli 8 ai 10 anni senza consumo di corrente. Io stesso ho disegnato delle forme nuove di pali che tengano conto delle esigenze di design moderno e della necessità, nel contempo, di risparmiare l’energia. Prodotti che non hanno bisogno di scavi, che richiedono pochissimo lavoro, in alcuni casi in presenza di pali già esistenti possiamo perfino prevedere soltanto la sostituzione del faro, con una spesa irrisoria”.

Qualcuno dirà che il sistema solare non assicura tutta l’autonomia notturna.

“Con questi nuovi prodotti siamo in grado di garantire 12 ore di luce. Certo, se vengono messi in situazioni di oscurità, le ore si potrebbero ridurre ma a tale proposito ci sono anche le produzioni ibride”.

Cioè?

“Quei meccanismi interni che una volta terminata la produzione naturale pescano da quella elettrica e anche qui il risparmio sarebbe notevole, il tutto con la possibilità del controllo da remoto”.

E i costi?

“Andiamo dai 400 euro ai 4.000 euro, dipende dalle esigenze, dalla tipologia di lavoro e dall’altezza dei pali”.

Una svolta epocale.

“Eh sì, in Italia siamo indietro di vent’anni, ma ci stiamo arrivando e sono orgoglioso di poter dare il mio supporto in anteprima”.

Per tutto questo avrà bisogno di più spazio rispetto a prima.

“Certo, a tale proposito abbiamo acquistato il capannone adiacente al mio, (ex officine Brugiotti) con 6.000 metri quadrati per il magazzino, per i nuovi uffici, per il taglio laser, lo spazio per la mensa, lo stoccaggio. Un ambiente studiato da mia moglie che è architetto e devo dire che è stata veramente brava. All’esterno e all’interno tutto va a energia solare, dai parcheggi ai muletti. Quando faremo l’inaugurazione e cominceremo a lavorare anche qui, in questo edificio compariranno anche le biciclette per lo spostamento degli operai”.

Avrete bisogno di nuovi dipendenti.

“Sì, il lavoro aumenterà e siamo orgogliosi di poter dare nel futuro opportunità a Viterbo con nuove assunzioni”.

Daniela Venanzi