Il generale Capitini, Scuola Sottufficiali Viterbo: Terza guerra mondiale? Non ci sono le condizioni
Il generale Paolo Capitini, Scuola Sottufficiali Viterbo: Terza guerra mondiale? Non ci sono le condizioni
“Lo scoppio di una guerra generale non è poi così semplice. Ci siamo andati vicino tante volte: al tempo della crisi dei missili di Cuba, ci siamo andati vicino con il blocco aereo di Berlino, con le linee rosse della Siria e in Iraq. Le condizioni generali per lo scoppio della guerra mondiale io non le vedo, anche se se i carri armati arrivano a Kiev o addirittura ai confini”. Lo ha detto all’Adnkronos il generale Paolo Capitini, docente di Storia militare alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo, in merito alle parole del ministro della Difesa Guido Crosetto.
“Perché semplicemente la Russia non ha abbastanza forza per affrontare un conflitto che non si sa dove la porterebbe. – ha spiegato Capitini – E noi occidente, esclusi gli americani, non siamo pronti mentalmente, industrialmente, militarmente e politicamente, ad affrontare un conflitto generale, insomma mancano le precondizioni. Questo non vuol dire che non si possa precipitare in una crisi ancora più grave di quella attuale, questo no, ma tra la crisi e la guerra mondiale ce ne sono di passi da fare”.
“Direi che siamo arrivati al punto in cui quasi tutto il possibile da parte dell’Occidente è stato fatto: manovre finanziarie, aiuti economici per miliardi di dollari, armamenti e munizioni – ha sottolineato Capitini – quello che un gruppo di paesi in pace può fare a favore di un paese in guerra è stato fatto, a meno di mandare i propri soldati e credo che questa sia la vera linea rossa dell’occidente: vi diamo tutto quello che volete ma non ci chiedete battaglioni, per andare a combattere una guerra che deve rimanere contenuta. Abbiamo rilanciato qualche carro armato che non sarà dirimente, ma è più un simbolo, forse chissà manderemo qualche aereo, molto forse. Se i russi non si fermano che facciamo? Questa è la vera domanda, che si pongono in tanti, compreso Crosetto che ha il dono della concretezza, non è uno sprovveduto”.
Sulla questione F16, il gen. Capitini ha evidenziato come siano necessari «piloti pronti. Sì sappiamo che piloti ucraini sono da mesi in addestramento in America, ma non sappiamo su quale tipo di velivoli. Un pilota, per essere pronto, per essere combat ready, ci mette un annetto e poi solo gli americani potrebbero fornire gli F16. Americani che hanno già fatto capire, dopo i tank, che non intendono intaccare le scorte strategiche custodite nei depositi. E infine è necessario un sistema che tenga in aria i velivoli: dal controllo del traffico aereo, alla difesa aerea, un sistema molto complicato”.