Le minacce del boss albanese al carabiniere: “Mi basta una pistola”
Sfilano altri due testimoni dell’accusa al processo a carico di Ismail Rebeshi, 39enne albanese, accusato di minacce e oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione aggravata nei confronti di un carabiniere. I fatti avvennero tra il 2017 e il 2018.
TRAFFICO DI COCAINA DALL’OLANDA, IL PROCESSO SI FERMA
Le minacce del boss
Il trentenne albanese, difeso dall’avvocato Roberto Afeltra, ha partecipato all’udienza in videoconferenza dal carcere di Cuneo dove è al 41 bis. La vittima delle minacce è un carabiniere maresciallo del nucleo investigativoche si è costituito parte civile con l’avvocato Remigio Sicilia.
TENTATO OMICIDIO A VIALE TRENTO, SLITTA IL VERDETTO
Le indagini
“Insieme a un collega dovevamo sequestrare due veicoli che erano stati dati alle fiamme la notte tra il 16 e il 17 agosto nel deposito di Rebeshi sulla Cassia Nord – ha riferito un carabiniere in aula -. Quando arrivammo iniziò a inveire dicendo che lui una pistola l’avrebbe trovata a meno di 300 euro”.
FINTO POLIZIOTTO TRUFFA DUE STRANIERE
I festini
Rebeshi avrebbe anche accennato a dei festini. Ai carabinieri di “essere stato informato sulle indagini amici che partecipavano ai festini organizzati da un certo Cesare ai quali avrebbero partecipato anche appartenenti alle forze dell’ordine”.