Nel 2023 mille disoccupati in più nella Tuscia

Nel 2023 mille disoccupati in più nella Tuscia

Nel 2023 mille disoccupati in più nella Tuscia. Lo sostiene la Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre, nel consueto studio di fine anno.

Nel 2021 nel Viterbese c’erano 12.124 disoccupati, saranno 13.209 quest’anno, ovvero +1.084, con un incremento, in percentuale, dell’8,9%.  Sempre secondo la Cgia, i settori che subiranno maggiormente la crisi sono quelli la cui produzione si basa essenzialmente sul consumo di energia e l’edilizia, a causa della modifica del superbonus 110%.

Peggio del dato nazionale

Nella classifica stilata dalla Cgia, Viterbo si trova al 20esimo posto, con un dato di disoccupazione in crescita di molto superiore a quello nazionale, che si attesta sul 3,1%. Peggio della Tuscia sono messe Napoli (primo posto assoluto), mentre le città laziali che patiranno maggiormente la crisi, con conseguente aumento della disoccupazione, saranno Roma (secondo posto), Latina (terza posizione) e Frosinone (quinta). Decisamente meglio sta Rieti, al 52esimo posto.

A livello regionale il Lazio si piazza al secondo posto subito dopo la Sicilia per quanto concerne il valore assoluto di disoccupati, ma balza al primo per l’incremento (6,2 contro i 4,7% della Sicilia). Infine, analizzando i dati complessivi, si scopre che il centro sud starà peggio del resto d’Italia. Basti considerare che la somma dei nuovi disoccupati di Sicilia (+12.735), Lazio (+ 12.665) e Campania (+11.054) sarà pari al 58% del totale nazionale.

Commenta la Cgia: “La chiusura di tantissime piccole attività economiche è riscontrabile anche a occhio nudo; basta girare a piedi per accorgersi che sono sempre più numerosi i negozi e le botteghe con le saracinesche abbassate 24 ore su 24. Le chiusure stanno interessando sia i centri storici sia le periferie delle nostre città, gettando nell’abbandono interi isolati, provocando un senso di vuoto e un pericoloso peggioramento della qualità della vita per chi abita in queste realtà”.

L’associazione di Meste fa un’analisi generale, ma sembra proprio riferirsi alla Tuscia, in modo particolare al centro storico di Viterbo dove, non a caso, per ovviare al degrado di negozi chiusi e spesso usati, nelle parti esterne tra le saracinesche e l’entrata, come cestino di rifiuti, il Comune a Natale ha inaugurato e installato una serie di cartelloni in bianco e nero con le foto di come erano le vie quando quei negozi erano aperti e frequentati. Tra i settori maggiormente colpiti, la Cgia ha individuato quelli manifatturieri, soprattutto se energivori e più legati alla domanda interna.