Nella Tuscia 400 avvistamenti nei cieli
Era il 1979 quando un agricoltore viterbese dichiarò di aver visto nella zona di Castel d’Asso un oggetto luminoso scendere a terra a una distanza di 700 metri da lui.
La luce si sarebbe raffreddata e a quel punto un’entità dalle fattezze umanoidi avrebbe girato intorno all’oggetto finché questo, riacquistata la luminosità, si sarebbe sollevato dal suolo per sparire quindi in cielo.
Unico avvistamento nella Tuscia
Tra i circa 400 casi di avvistamenti di oggetti volanti non identificati archiviati in provincia di Viterbo, questo è l’unico incontro ravvicinato del terzo tipo consegnato agli annali del Cisu, il centro italiano di studi ufologici.
A rievocarlo è il fondatore e responsabile della sezione viterbese del centro, Angelo Ferlicca, che non nasconde tuttavia un certo scetticismo rispetto a certe dichiarazioni roboanti come quelle rese nei giorni scorsi dall’ex funzionario dell’intelligence e veterano dell’aviazione americana David Grusch davanti al Congresso degli Stati Uniti.
Grush ha dichiarato di essere venuto a conoscenza,tramite informazioni ricevute da altri, del fatto che gli Stati Uniti siano in possesso di “astronavi aliene” e che avrebbero rinvenuto “resti biologici non umani” nelle aree in cui le navicelle si sono schiantate.
Gli Usa, ha asserito, Grusch “nascondono da decenni un programma” per catturare gli Ufo.
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Complottismo
“Come sempre, quando si parla di fenomeni aerei non identificati, entra in gioco il complottismo. Di fronte ad alcune dichiarazioni rumorose resterei con i piedi per terra”, dichiara Ferlicca, sottolineando come, sugli oltre 400 casi archiviati in provincia di Viterbo dal Dopoguerra a oggi, ben il 97% abbia trovato una spiegazione: dalla caduta di meteoriti alle stelle cadenti passando per i fulmini globulari, un fenomeno meteorologico piuttosto raro che può ingannare anche gli occhi più esperti.
“Rimane uno zoccolo duro di avvistamenti che non hanno trovato una spiegazione razionale o convenzionale”, aggiunge Ferlicca, che ricorda la famosa classificazione realizzata negli anni Settanta dall’astronomo Joseph Allen Heynek, il quale distinse tra incontri del primo, secondo e terzo tipo, con questi ultimi che ispirarono il celeberrimo film di Steven Spielberg.
Massimiliano Conti
ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO DEL 20 AGOSTO – EDICOLA DIGITALE