Non è a norma l’80% degli edifici viterbesi. Ance: “Non ci sono soldi per ristrutturare”

Non è a norma l’80% degli edifici viterbesi. Ance: “Non ci sono soldi per ristrutturare”

L’ottanta per cento degli edifici viterbesi dovrà essere ristrutturata. Almeno secondo la direttiva europea, attualmente in fase di discussione, la quale prevede che gli edifici esistenti entro il 2050 dovranno essere ad emissioni zero. Per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un patrimonio abitativo storico, ciò significa un costo praticamente insostenibile, sia per i privati chiamati a mettere mano al portafogli sia per lo Stato, che dovrebbe prevedere appositi incentivi per rendere più indolore possibile la tanto sbandierata transizione energetica.

SUPERBONUS, DUEMILA POSTI A RISCHIO

Edifici non a norma

Per questo Fratelli d’Italia e Lega hanno chiesto al governo Meloni di scongiurare l’applicazione in sede europea delle nuove norme. E per questo l’Ance di Viterbo lancia l’allarme sulle ricadute che la nuova direttiva potrebbe avere anche in una realtà tutto sommato piccola come quella del capoluogo. Detto che i costruttori avrebbero solo da guadagnare dall’adeguamento su larga scala degli immobili alla classe energetica E entro il 2030 (primo step), il presidente dell’associazione di categoria, Andrea Belli, è consapevole dell’impraticabilità di questa svolta green decisa da Bruxelles. “Fatto salvo il centro storico, che per forza deve restare fuori dall’applicazione della direttiva, almeno di non voler applicare il cappotto termico al Palazzo degli Alessandri, anche la quasi totalità dei quartieri fuori le mura, dai Capuccini all’Ellera, è formata da edifici costruiti tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Quindi teoricamente fuori norma. Ristrutturare questo patrimonio abitativo sarebbe una tragedia”.

SCUOLE, ALLARME DI LEGAMBIENTE

Non ci sono soldi

In pratica è come se il superbonus 110 dovesse essere esteso, entro il 2030, a tutta la città dei papi. “Un’operazione del genere – continua il numero uno dell’Ance – andrebbe ad impattare sui bilanci delle famiglie in maniera drammatica. Rendere efficiente dal punto di vista energetico un edificio, con i cappotti termici, i tetti fotovoltaici, la sostituzione di infissi e delle caldaie, richiederebbe per un condominio medio una spesa di almeno 70 mila euro. Senza incentivi, una somma non sostenibile dalle famiglie. Finirebbe che l’efficientamento energetico diventerebbe una roba da ricchi. D’altra parte lo Stato non avrebbe le risorse per accollarsi incentivi su larga scala, senza contare inoltre il problema delle banche”.

Massimiliano Conti

ARTICOLO COMPLETO SUL CORRIERE DI VITERBO IN EDICOLA IL 19 GENNAIO