Picchia la compagna sul bus, sotto processo per stalking e lesioni

Picchia la compagna sul bus, sotto processo per stalking e lesioni

Picchia la compagna sul bus,  sotto processo per stalking e lesioni. La donna riuscì a salvarsi chiamando la polizia che attivò il Protocollo Eva, canale preferenziale istituito per prevenire e contrastare la violenza di genere. Ieri in aula, davanti al giudice Ilaria Inghilleri, è entrato nel vivo il procedimento a carico dell’uomo, un 26enne moldavo che secondo l’accusa non si sarebbe limitato a quella singola aggressione, ma avrebbe perseguitato la compagna, italiana, tra l’aprile del 2017 e il gennaio del 2019. Dopo aver subito l’ennesimo episodio di violenza, la donna, messa in sicurezza dai poliziotti della questura di Viterbo, decise di denunciare il compagno, ora alla sbarra per stalking, lesioni personali e violenza ai danni di alcuni agenti. Il moldavo, difeso dall’avvocato Luigi Mancini, formalmente è ancora sottoposto al divieto di avvicinamento alla vittima, ma nel 2019 fu colpito da un decreto di espulsione.

“All’epoca il recapito telefonico della vittima era incluso nell’elenco del Protocollo Eva – ha spiegato in aula un assistente capo della questura di Viterbo -. Questa modalità operativa prevedeva iniziative di primo intervento nei casi di maltrattamenti in famiglia, stalking, abusi o liti. Nel protocollo erano compresi tutti i numeri delle donne coinvolte in situazioni di pericolo. Pertanto, se alla centrale arrivavano chiamate da quelle utenze, venivano segnalate alle pattuglie che eseguivano gli interventi. Relativamente al periodo al quale risalgono le contestazioni, insieme ad altri colleghi presi parte a numerose operazioni che riguardarono questa coppia. La vicenda cruciale accadde il 5 gennaio del 2019 e fu proprio la donna a chiamare il 113. Al nostro arrivo lei stessa riferì di essere stata picchiata dall’imputato il quale cominciò a dare in escandescenze all’interno del bus”.