San Faustino, comitato residenti: “Chiediamo sicurezza”

San Faustino, comitato residenti: “Chiediamo sicurezza”

San Faustino, comitato residenti: “Chiediamo sicurezza”. Gli abitanti del quartiere dicono sì al comitato di quartiere, ma chiedono più attenzione da parte delle autorità nella zona. Questo il coro unanime che si è alzato venerdì sera all’interno della chiesa di San Faustino e Giovita, dove, su iniziativa della Pro loco, nella figura di Irene Temperini, è stato organizzato un incontro con i residenti per dare vita a un comitato di quartiere volto a combattere il degrado e rivalutare uno spicchio di città che da tempo si porta dietro diverse problematiche.

DIALOGO CON IL COMUNE

Siamo qui per far nascere una voce univoca volta a dialogare con il Comune (non invitato), organizzare iniziative che possano ridare identità e soprattutto per cercare di far qualcosa insieme”, ha detto in apertura Irene Temperini, promotrice dell’iniziativa e membro attivo della Pro loco. Parole accolte di buon grado ma che si sono subito scontrate con la rabbia dei residenti. “Prima di pensare a organizzare eventi e l’identità del quartiere – risponde Mara – bisognerebbe parlare con il Comune e capire perché questa piazza è sempre buia. I lavori sono finiti da tempo, ma le cose non cambiano. Qui nessuno apre più negozi – fa notare – quando questo sarebbe un punto focale”. L’insoddisfazione monta e l’obiettivo sicurezza sale in primo.

CRESCE LA PAURA

“La sera c’è paura a rientrare a casa – dice un commerciante della zona -. Il quartiere va ripulito da persone che fanno quello che vogliono. Droga, spaccio: tutti sanno ma nessuno fa nulla – sottolinea -. Noi siamo disponibili, ma se non c’è una forza di polizia a vigilare in maniera seria è inutile”. I toni si alzano, tra i residenti monta maretta sulla questione, e si cerca di mediare. “Dobbiamo essere uniti altrimenti questo incontro non serve a nulla – prende parola un altro residente – sappiamo che ci sono extracomunitari buoni e cattivi. Il quartiere va ripulito. Ma soltanto creando un comitato potremmo andare in Comune a far sentire la nostra voce”.

Tommaso Zei

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