San Pellegrino, gli artigiani chiedono più cura
San Pellegrino, gli artigiani chiedono più cura. “I turisti? Ci sono, ma con il quartiere non scocca la scintilla”. Il commento, unanime e attendibile, arriva da chi il Borgo medievale lo vive da quasi mezzo secolo: i bottegai storici, artisti e artigiani che da sempre, alcuni anche da più 50 anni, custodiscono una delle parti più visitate e rinomate della città.
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San Pellegrino
Le persone arrivano dal tutto il mondo per osservare questo piccolo fiore all’occhiello, un museo a cielo aperto che traina in parte l’economia del capoluogo. Negli anni le politiche attuate hanno aiutato a ridare appeal dopo periodi di buio totale “ma bisognerebbe riuscire a ragionare anche su qualcosa di più concreto, qualcosa di duraturo e che non si focalizzi solo in pochi periodi dell’anno – dice Massimo Lanzi, maestro della pittura e uno dei bottegai più longevi – . Nuovi presupposti, varietà di eventi. Quello che si forma oggi è un turismo molto veloce – spiega Lanzi – più che altro solo di passaggio: questo non aiuta”.
Artigiani chiedono più cura
Come non giovano le problematiche che attanagliano da anni il quartiere: “Un altro grande tallone d’Achille – spiega Lanzi – è sicuramente la pavimentazione: non c’è un giorno in cui una persona non cada a terra. In più il turista che viene non trova sempre pulito, e questo è un altro aspetto non a favore della città. E’ anche capitato di ritrovarsi al buio di colpo. Insomma, si potrebbe fare sicuramente meglio”.
Tommaso Zei
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