Straniera violentata ai bagni della stazione di Orte: il drammatico racconto

Straniera violentata ai bagni della stazione di Orte: il drammatico racconto

“Mi picchiava e mi abbassava la testa verso le sue parti intime mentre io chiedevo disperatamente aiuto”. Questo il drammatico racconto in aula di una 48enne marocchina, aggredita da un 50enne italiano nel bagno della stazione di Orte il 10 settembre scorso.

Ieri mattina, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Daniela Rispoli, la vittima ha ripercorso i momenti drammatici dell’aggressione. “Prima di prendere il treno andai nel bagno delle signore – ha riferito la donna -. Nel frattempo era entrato qualcuno ma pensai fosse un’altra donna. Aperta la porta della toilette, però, mi ritrovai davanti l’imputato che mi spinse all’indietro e iniziò a picchiarmi. Avendo subito un’operazione chirurgica da poco, avevo paura di essere colpita in parti sensibili”.

La donna, seppur provata, ha ricostruito con lucidità quegli attimi di terrore. “Ricordo che aveva i pantaloni abbassati ma solo la patta aperta con i genitali esposti – ha detto -. Mi afferrò per i capelli con violenza, direzionando la mia testa in giù e continuava a prendermi a botte. Nel corso della colluttazione io urlai chiedendo aiuto con tutto il fiato che avevo. Non sapevo quello che avrebbe voluto farmi, ma non vedendo arrivare nessuno compresi che avrei dovuto farcela da sola”.

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La 48enne ha poi spiegato in che modo riuscì a scamparla: “Tentai di graffiarlo nelle parti basse ma non mollò la presa, assalendomi a suon di cazzotti. Per sfuggire alle percosse mi ricordo di averlo colpito prima di scappare verso la porta, che però non si apriva, fui aggredita di nuovo. Ad un certo punto sono riuscita ad aprire la porta e scappare”.

La 48enne ha precisato di essere stata assistita da alcuni dipendenti delle ferrovie ai quali rivelò quanto accaduto e di essere stata trasportata al pronto soccorso dai sanitari del 118, allertati dagli agenti della polizia ferroviaria. Il pm Paola Conti ha chiesto alla donna se il suo aggressore fosse presente in aula e la 48enne non ha avuto alcun dubbio indicando l’imputato.