Sull’incontro Renzi-Mancini nuovi riferimenti a Viterbo

Andrea Niccolini
17/01/2023

Sull’incontro Renzi-Mancini nuovi riferimenti a Viterbo

Un complotto ai danni di Matteo Renzi o una banale vicenda attorno alla quale è stato sollevato un polverone?
Di sicuro, sull’incontro avvenuto il 23 dicembre 2020 tra il leader di Italia Viva e il carabiniere e agente segreto Marco Mancini (dirigente del dipartimento delle informazioni per la sicurezza), filmati all’autogrill Feronia, nei pressi di Fiano Romano, emergono sempre più riferimenti a Viterbo e a personaggi della Tuscia. E’ infatti viterbese la professoressa di storia dell’arte, impiegata sul sostegno in una scuola della provincia, che ha ripreso le immagini con il telefonino, spedendole poi ai giornali, e, come emerge ora, sarebbe viterbese anche il giornalista freelance che si sta occupando del caso per La Verità di Maurizio Belpietro e Non è l’arena di Massimo Giletti, i due media impegnati più di tutti gli altri a dipanare la matassa con l’obiettivo di acchiappare lo scoop. Parliamo di Paolo Gianlorenzo, a sua volta, a quanto pare, ben inserito in determinati ambienti dei servizi.

Ma andiamo per ordine e ricapitoliamo i fatti. Dopo la diffusione di quelle immagini da parte della docente, che ha sempre sostenuto di non aver alcun legame con i servizi segreti e di essersi pertanto semplicemente divertita a filmare Renzi per via della sua notorietà, ha aperto un’inchiesta la magistratura su denuncia del senatore fiorentino. Bene, a detta de La Verità, che ha pubblicato l’ultimo articolo sulla vicenda tre giorni fa, non ci sarebbe alcun complotto ordito dai servizi segreti. Lo proverebbero gli atti dell’inchiesta citati dal giornale, dai quali emergerebbe che la professoressa (tra l’altro a quanto risulta al  Corriere di Viterbo molto vicina ad alcuni ambienti della sinistra), trovandosi davanti a una scena che la incuriosì, decise di scattare con il suo smartphone 13 foto e un paio di video, uno di 24” e l’altro di 29. A smentire che fosse lì come una sorta di spia inviata dai servizi, sempre secondo La Verità, ci sarebbero il traffico telefonico di quel giorno, antivigilia di Natale, quando era andata a Roma a prendere il padre malato e la madre per portarli a casa a Viterbo per trascorrere insieme le festività. Dal telefono, infatti, gli unici contatti che risultano sono proprio con i genitori, il marito e una collega.

Di altro tenore, invece, le conclusioni di Non è l’arena, che, nella puntata di domenica scorsa, ha messo in evidenza una serie di circostanze quantomeno sospette, ponendosi domande e ponendole al legale della donna, l’avvocato Giulio Fasaturo. La prima: che motivo c’era, se è vero, come sostiene, che non conosceva l’identità dell’uomo che era con Renzi, di cercare a tutti i costi i vendere lo scoop ai giornali, contattando prima il Fatto Quotidiano e poi Report? Soprattutto, perché in una delle mail spedita alle redazioni sottolinea che la caduta del Governo (Conte) è avvenuta, guarda caso, poco tempo dopo quell’incontro tra Renzi e l’uomo (Mancini) che giura di non sapere chi fosse?

Soprattutto, la trasmissione di Massimo Giletti ha messo in luce una chiara discrepanza relativa ai tempi di percorrenza per andare in auto da Roma Sud (dove l’insegnante prese i genitori per portarli a casa sua a Viterbo) al casello di Magliano dichiarati a verbale con quelli che realmente servono per compiere quel tragitto. In altre parole, tra la partenza, una prima sosta nei pressi di Settebagni per far vomitare il padre che non si sentiva bene, una seconda sosta di ben 40 minuti a Feronia e l’arrivo al casello sabino (sarebbe uscita lì e non a Orte per andare a trovare alcuni parenti a Civita Castellana prima di raggiungere Viterbo ci sono orari che non tornano. La donna, come un fulmine, avrebbe impiegato a bordo della sua 500 L quasi un’ora in meno rispetto al tempo che servirebbe a qualsiasi autista esperto. Per fornire risposte convincenti, Giletti l’ha invitata in trasmissione. Vedremo domanica prossima se ci andrà oppure no, o se si farà rappresentare dal suo avvocato.

Infine, un’altra curiosità: a proposito di legami con la provincia di Viterbo si apprende nel frattempo che la professoressa di storia dell’arte, prima di contattare i media nazionali, si era rivolta anche a un blog viterbese, che però stranamente si sarebbe rifiutato di pubblicare il materiale nonostante la sua vocazione allo scoop.