Ventenne morto dopo tentato suicidio in carcere: chiesto giudizio per Procuratore Auriemma e Pm Dolce

Ventenne morto dopo tentato suicidio in carcere: chiesto giudizio per Procuratore Auriemma e Pm Dolce

Morte di Hassan Sharaf e presunti pestaggi in carcere, chiesto il rinvio a giudizio per il procuratore capo Paolo Auriemma e il pm Eliana Dolce. L’accusa che viene contestata è rifiuto od omissione di atti d’ufficio, per non aver dato seguito a un esposto che fu presentato l’8 giugno del 2018 dal garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, aprendo dunque un fascicolo che avrebbe dato vita a un processo penale.

È lo sviluppo dell’indagine che scattò a maggio di un anno fa e che fu disposta dal gip Valerio D’Andria del Tribunale di Perugia. Parti offese, da quanto si è appreso, sarebbero il Ministero della Giustizia insieme al garante dei detenuti del Lazio e i familiari del detenuto egiziano che il 23 luglio del 2018 tentò di togliersi la vita nella cella d’isolamento in cui era recluso per poi spirare 7 giorni dopo all’ospedale di Belcolle.

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Il ventenne egiziano, precedentemente ai tentativi di suicidio, aveva mostrato al Garante dei detenuti segni di percosse subite, che secondo quanto sostengono i legali della famiglia, sarebbero la causa del profondo stato di malessere da cui sarebbe scaturita la decisione del giovane di togliersi la vita.

A inizio 2018, il giovane egiziano era stato destinatario di un provvedimento disciplinare che Io spediva in isolamento. Provvedimento sospeso proprio dopo l’ispezione del Garante avvenuta a marzo dello stesso anno. Hassan Sharaf aveva riferito di essere stato oggetto di pestaggi e minacce da parte di alcuni agenti.