Viterbo in fiore non si farà, opposizione all’attacco della giunta Frontini

Viterbo in fiore non si farà, opposizione all’attacco della giunta Frontini

 A San Pellegrino i fiori non sbocciano nemmeno quest’anno: trentatré edizioni, poi più nulla. Il 2019 fu l’ultimo anno di San Pellegrino in Fiore, i successivi furono quelli della pandemia con lo stop obbligato a tutte le manifestazioni. Lo stato di emergenza si concluse nel marzo 2021, con il commissario prefettizio a Palazzo dei Priori, dopo la caduta di Arena a dicembre 2021. Pure quello, dunque, fu un anno senza fiori per San Pellegrino e la città. Con l’arrivo dell’Amministrazione Frontini, e il definitivo tramonto delle restrizioni, il 2023 poteva segnare la rinascita di una tradizione oramai radicata nel tessuto cittadino, amata dai viterbesi e con un evidente richiamo di turisti. Ieri, invece, la doccia fredda: l’evento, che si sarebbe dovuto chiamare Viterbo in Fiore, non ci sarà.

Tutto rinviato al 2024

Tutto rinviato al 2024. Lo comunica l’assessore allo Sviluppo Economico, Silvio Franco: “L’immagine della città, nella prospettiva di qualificazione turistica e nell’ottica di candidatura a Capitale Europea della Cultura, deve essere promossa e valorizzata con progetti di alto livello e coerenti con la sua identità”, l’iniziativa, pertanto, andava “progettata e organizzata con tempi e risorse adeguate”.

L’amministrazione riflette

L’Amministrazione avrebbe riflettuto: “sull’entità dell’investimento”, e sul fatto che “i principali operatori del settore organizzano la loro presenza in eventi analoghi su scala nazionale con un calendario noto da tempo”, valutando che: “non vi fossero le condizioni per poter proporre un’edizione dell’iniziativa che avrebbe garantito i necessari requisiti qualitativi per valorizzare l’immagine e la storia della città”, dice Franco che conclude: “In accordo con tutta la Giunta, si è deciso di concentrare le risorse e gli sforzi sui numerosi altri progetti e iniziative che l’Amministrazione sta portando avanti, lavorando fin da oggi per creare le condizioni affinché nel 2024 questo importante evento possa tornare ad abbellire e valorizzare l’area monumentale contribuendo a trasmettere i valori e la bellezza della nostra città nei modi e nelle forme che merita”.

Lega all’attacco

Dura replica da parte della Lega: “Insediati a giugno 2022 – dice Andrea Micci – non riescono a programmare nemmeno maggio 2023: dopo un Natale disastroso salta pure Viterbo in fiore. Ennesima mazzata all’offerta turistico-culturale della città. Volevano fare della programmazione la loro bandiera, non riescono nemmeno a governare il presente. Vorremmo chiedere al responsabile dello Sviluppo economico cosa ha fatto in questi otto mesi seduto sul suo scranno di assessore se, evidentemente, non ha programmato nemmeno gli appuntamenti più importanti in calendario nel primo anno del mandato Frontini. Sentir dire oggi che per Viterbo in Fiore non ci sono i soldi, da un’amministrazione comunale che ha buttato al vento circa 500 mila euro per il Natale, con i risultati sotto gli occhi di tutti, per non parlare dei budget stellari sulle mostre, sa un po’ di ridicolo”.

“Ci sembra -conclude Micci – che nel programma elettorale di Frontini ci sia un eterno futuro che, pare, abbia qualche difficoltà a diventare presente. La sindaca racconta oramai da mesi un ‘domani’ che, temiamo, per cinque anni non sarà mai oggi. Ogni giorno ci vengono raccontati scenari avveniristici, ma il presente è tutta un’altra storia: il nulla. Lo stato di emergenza è finito da un pezzo, ma a Palazzo dei Priori continua: l’emergenza di un governo cittadino in mano a chi, a mio avviso, dovrebbe forse dedicarsi a qualche altra cosa, non all’amministrazione della città”.

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