Acqua, bollette pazze a Tuscania e Vitorchiano

Acqua, bollette pazze a Tuscania e Vitorchiano

 Pioggia di bollette pazze a Tuscania e Vitorchiano: cifre superiori a mille euro anche a single ed anziani. Si tratta del maxi-conguaglio sui consumi idrici imposto da Arera.
A Tuscania ci sono residenti che si trovano a dover pagare cifre astronomiche: dai 400 ai 1.800 euro, passando per 1.300 e 500.  Aumenti esagerati e apparentemente ingiustificati che hanno scatenato ironia social: “Meglio farsi il bidet con la Ferrarelle”, scrivono sui gruppi locali.

Lo stesso problema si sta verificando a Vitorchiano, dove il sindaco Ruggero Grassotti, al fine di evitare polemiche, ha diramato un comunicato per spiegare agli abitanti cosa sta succedendo: “Le tariffe, rimodulate per legge – scrive – sono relative ai consumi 2022 e coprono il costo effettivo e complessivo del servizio”.

Infatti, sebbene entrambi i comuni siano in procinto di entrare in Talete, i conguagli fanno riferimento al periodo di gestione comunale: “Tali fatture – prosegue la nota del sindaco – sono le ultime emesse dal Comune e sono definite a ‘conguaglio’ soltanto perché emesse nell’anno successivo al reale svolgimento del servizio e a saldo dello stesso”.

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Tutto parte da quanto accaduto a marzo dell’anno scorso, quando, per ottemperare alle nuove norme che impongono l’obbligo di procedere alla convergenza tariffaria del servizio idrico come chiarito da Arera, fu avviato il processo di rimodulazione e adeguamento delle tariffe, che ha dovuto tenere conto di nuove linee guida e modalità di calcolo. Un processo che per i cittadini ha prodotto un salasso, necessario per lo Stato a coprire i reali i costi del servizio, anche energetico e di depurazione. E’ un po’ quello che succede con la Tari.

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Grassotti precisa che la rimodulazione tariffaria tiene conto anche di alcuni nuovi elementi: “La necessità di eseguire interventi continui sulle reti vetuste per il mantenimento in efficienza delle stesse, dei reali costi per la gestione dei servizi di depurazione, dei costi energetici e della necessità di eseguire nuovi investimenti per ulteriori fonti di adduzione”. Poi sono subentrati pure gli oneri di perequazione deliberati da Arera.